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L'allarme della Corte dei Corti dell'Unione Europea sui fondi di coesione

Dal 2023, i beneficiari dei finanziamenti per l’agricoltura saranno tenuti a fornire informazioni circa i raggruppamenti di società a cui partecipano
14 marzo 2023 | C. S.
Nonostante viga un quadro giuridico volto ad evitare e gestire i conflitti di interessi nella spesa dell’UE, vi sono lacune nella promozione della trasparenza e nell’individuazione delle situazioni a rischio: è quanto emerge dalla nuova relazione della Corte dei conti europea, incentrata in particolare sul modo in cui la questione è affrontata nella politica di coesione e in quella agricola, i settori in cui l’Unione Europea spende di più.
“Alla luce delle modifiche alla normativa e dei casi recenti, il nostro scopo è stato verificare se la Commissione e gli Stati membri abbiano affrontato adeguatamente la questione dei conflitti di interessi nella politica agricola comune e nella politica di coesione”, ha affermato Pietro Russo, il membro della Corte responsabile dell’audit, sottolineando la permanenza di lacune e la necessità di segnalare più casi.
Gli auditor della Corte hanno riscontrato che, nei paesi esaminati (Germania, Malta, Romania e Ungheria), le autodichiarazioni non erano obbligatorie per i membri di governo partecipanti al processo decisionale sui programmi dell’UE e sull’assegnazione dei relativi finanziamenti, benché la normativa lo preveda sin dal 2018. Le dichiarazioni sono largamente utilizzate anche a livello dell’UE e vengono eseguiti alcuni controlli, specialmente per le funzioni sensibili.
Tuttavia, il fenomeno delle “porte girevoli” (per il quale un membro del personale si sposta da ruoli di funzionario pubblico a posizioni nel settore privato, ma nello stesso ambito) comporta intrinsecamente un rischio di conflitto di interessi, ragione per cui la Corte ritiene necessaria una gestione più proattiva di tali casi.
A giudizio della Corte, le autorità nazionali pongono grande enfasi sull’individuazione dei conflitti di interessi negli appalti, ma non prestano sempre sufficiente attenzione a determinati segnali di rischio, come nel caso delle molte procedure che non prevedono una concorrenza adeguata (ad esempio, contratti negoziati senza procedure di gara o richiedenti che hanno legami con altri stakeholder coinvolti nei progetti di finanziamento dell’UE). La Corte ha anche rilevato che le misure a favore degli informatori non sono ancora state attuate e che numerosi Stati membri sono in ritardo nel recepimento delle norme a tutela delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’UE.
Al momento, le fonti disponibili pubblicamente (link a siti Internet nazionali e regionali con elenchi di beneficiari dei finanziamenti dell’UE nei settori dell’agricoltura e della coesione, la piattaforma online della Commissione Kohesio) non contengono informazioni sugli effettivi beneficiari finali al di là delle persone giuridiche, il che limita l’esecuzione di controlli pubblici. La divulgazione di queste informazioni diventerà obbligatoria nei sistemi di gestione e controllo dei paesi dell’UE nel contesto del nuovo periodo di programmazione (2021-2027) nel settore della coesione. Dal 2023, i beneficiari dei finanziamenti per l’agricoltura saranno tenuti a fornire informazioni circa i raggruppamenti di società a cui partecipano.
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