Mondo

L'erba medica è la seconda coltura erbacea per redditività

L'erba medica è la seconda coltura erbacea per redditività

Da qui al 2031 i mercati internazionali aumenteranno la richiesta di mangimi soprattutto nei Paesi a medio-basso reddito come la Cina, l’Africa, l’Asia. L’erba medica assume un ruolo centrale

05 ottobre 2022 | C. S.

"Sbagliato pensare che la redditività delle aziende agricole sia garantita dal contributo Pac. In realtà è il mercato a determinarla. E per migliorarla, soprattutto in periodi così complessi come quelli che stiamo attraversando, occorre un’analisi seria e approfondita di tutti gli aspetti che possono andare in questa direzione prendendo decisioni appropriate”.

In occasione dell’invio alla Commissione europea della bozza finale del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-27, il presidente di Aife/Filiera Italiana Foraggi Gian Luca Bagnara, ha presentato una valutazione comparata sulla redditività di alcune tra le principali colture e le prospettive ad esse legate, elaborata a partire da una serie di dati prodotti dalla Rete d’Informazione Contabile Agricola e dal Consiglio per la Ricerca e l’Analisi dell’Economia Agraria relativi a un panel di aziende situate in Pianura Padana valutate per 5 anni nel periodo 2016-2020.

Ottima redditività per l'erba medica

“Il campione di aziende coinvolte ha riguardato oltre 800 realtà imprenditoriali e quattro colture specifiche: erba medica, frumento tenero, mais e soia per un’estensione coltivata complessiva di11.000 ettari – afferma Gian Luca Bagnara - L’analisi degli indici economici, che hanno considerato la resa, il prezzo, la produzione lorda vendibile e i costi, ha evidenziato che il mais, nel quinquennio considerato, è stata la coltura che ha generato in media il maggior margine operativo seguita a ruota dall’erba medica: 725 euro/ettaro per il mais e 610euro/ettaro per l’erba medica. Significativo il divario rispetto al frumento, 423euro/ettaro, e alla soia, 377euro/ettaro. Questi dati ci consegnano quindi una certezza: l’erba medica è un’ottima risposta alla redditività delle aziende e soprattutto, con l’avvento della nuova PAC che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023, si calcola che il suo margine operativo medio crescerà ulteriormente e si allineerà a quello del mais". 

Secondo la FAO, da qui al 2031 i mercati internazionali aumenteranno la richiesta di mangimi soprattutto nei Paesi a medio-basso reddito come la Cina, l’Africa, l’Asia, dove l’incremento è valutato nell’ordine del 2% annuo a fronte di un più modesto 0,5-1% che verrà richiesto dai Paesi a reddito medio-alto. Inoltre, la maggiore richiesta di prodotti destinati all’industria mangimistica sarà orientata verso prodotti a basso contenuto proteico. U

"Un contesto - prosegue Bagnara - in cui l’erba medica assume un ruolo centrale, perché grazie alla sua componente fibrosa garantisce una combinazione equilibrata tra proteine e fibra. Attualmente l’Italia esporta oltre 150 milioni di euro di prodotto in oltre 10 Paesi del mondo. Non vi è alcun dubbio quindi che per gli agricoltori la coltivazione di erba medica rappresenta una grande opportunità sia in termini di potenziale sviluppo che di redditività, un’opportunità che deve essere considerata alla luce degli scenari economici internazionali e delle conseguenze dettate dai cambiamenti climatici. Il rischio di produzione, inoltre, può essere abbattuto attraverso contratti di filiera anche pluriennali".

"Il periodo delle semine è ormai alle porte – conclude Gian Luca Bagnara – e alla domanda che ogni agricoltore si pone su cosa sia meglio seminare nei suoi terreni, la risposta può essere semplice quanto scontata: erba medica”.

Potrebbero interessarti

Mondo

La viticoltura francese in crisi: pronti a estirpare 35 mila ettari di vigneti

Nella mappa dei territori in difficoltà ci sonoi: 11.800 ettari circa in Languedoc-Roussillon, 8.300 in Nuova Aquitania, 5.700 nella Valle del Rodano e in Provenza, quasi 4mila nel Sud Ovest, 1.200 in Valle della Loira, oltre 950 in Cognac e Charentes, 413 in Alsazia, Borgogna, Beaujolais, Jura e Savoia

26 novembre 2025 | 15:00

Mondo

I numeri della Spagna olivicola: la certificazione della leadership del settore

Le 30 Dop e 2 Igp dell'olio di oliva spagnolo. Il 69% dell'oliveto corrisponde all'asciutto tradizionale, con basse rese e alte pendenze. La Spagna ha 400.000 olivicoltori, più di 2,4 milioni di ettari di oliveti e 1.835 frantoi

26 novembre 2025 | 11:00

Mondo

Oltre seimila tonnellate al mese di olio di oliva dalla Tunisia all'Italia

Complessivamente la Tunisia ha esportato il 41% di olio in più ma con una diminunzione in valore del 28%. Prezzi all'export da 2,78 euro/kg a settembre. È a Spagna il primo importatore mondiale di olio di oliva tunisino

25 novembre 2025 | 16:00

Mondo

La siccità a Ciudad Real, Valencia e Castellón condiziona la raccolta delle olive

La produzione stimata diminuisce tra il 15% e il 30% secondo le province. Le organizzazioni agricole delle tre province spagnole concordano sull'importanza di prezzi equi dell'olio di oliva che coprano i costi

25 novembre 2025 | 10:00

Mondo

L'olivicoltura tradizionale dell'Andalusia ha bisogno di tutela e rappresentanza

L'obiettivo è dare voce e sostegno a questo modello di coltivazione che occupa il 70% degli 1,5 milioni di ettari di oliveto andaluso. L’associazione cerca di rappresentare gli agricoltori e rivendicare “un’equa distribuzione dell’acqua e della PAC”

24 novembre 2025 | 15:00

Mondo

L'Andalusia fa i conti con una produzione di olive inferiore al previsto

Per garantire la sostenibilità del settore, le associazioni agricole andaluse ritengono necessario raggiungere prezzi intorno a 5 euro/kg, che coprono i costi di produzione senza danneggiare il consumatore

24 novembre 2025 | 10:00