Mondo 22/09/2021

L'Italia si opporrà alla denominazione Prosek per il vino croato

L'Italia si opporrà alla denominazione Prosek per il vino croato

La Croazia vuole utilizzare la menzione tradizionale "Prosek" per quattro vini. Ora all'Italia due mesi di tempo per opporsi alla domanda di riconoscimento


La Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ue la domanda di protezione della menzione tradizionale "Prosek", presentata dalla Croazia. La pubblicazione era stata anticipata dall'Esecutivo Ue nella risposta data dal commissario all'agricoltura Janusz Wojciechowski a un'interrogazione di europarlamentari di diversi paesi e schieramenti.

La Croazia vuole utilizzare la menzione tradizionale "Prosek" per quattro vini a denominazione d'origine protetta. La pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla domanda entro un termine di due mesi.

"Ribadisco il mio impegno e di tutto il Governo, metteremo in campo - ha dichiarato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli nell'informativa al Senato sul caso Prosecco e la richiesta della Croazia - tutte le nostre forze ed energie per bloccare questa errata e assurda decisione che mortifica la storia e l'identità dei nostri territori e penalizza i nostri produttori e consumatori. Auspico ma sono più che convinto di avere l'appoggio di tutti voi oltre dell'intero Governo per quella che necessariamente non può che essere una battaglia di tutto il sistema Paese a favore di una delle poi importati e ed esclusive eccellenze". "Non spetta a me dirlo - ha aggiunto il ministro - ma pare indubbiamente che il termine Prosek per affinità fonetica e visiva evochi nella mente del consumatore medio europeo proprio il Prosecco italiano. Pertanto ritengo che non ci siano le condizioni giuridiche affinché esso possa essere registrato".

La vicenda “Prosek” crea un pericoloso precedente in Europa, andando completamente contro la filosofia delle denominazioni europee e rischiando di danneggiare fortemente i produttori italiani di Prosecco. Per questo apprezziamo e siamo al fianco del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che oggi nell’informativa al Senato ha confermato un’azione politica forte e compatta nei confronti di Bruxelles a difesa del vino tricolore.

Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme - che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - in merito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale Prosek da parte della Croazia.

Pur essendo prodotti differenti, il nome del vino croato è troppo simile a quello del nostro spumante - ribadisce il Coordinamento -. Può trarre facilmente in inganno i consumatori di tutto il mondo e nuocere seriamente al Prosecco Made in Italy, che è la prima DOP per volume e valore certificato, con oltre 2 miliardi di euro di fatturato annuo sui mercati.

L’Italia aveva già inviato il 25 giugno scorso, una dichiarazione alla Commissione UE affermando la propria contrarietà alla proposta presentata e chiedendo quali fossero le motivazioni alla base dell’accoglimento della domanda di protezione della menzione Prosek, dato che un’analoga richiesta era stata già rifiutata da parte della Commissione proprio per opposizione dell’Italia e in considerazione del fatto che il principio giuridico non è stato modificato con i nuovi regolamenti.

Se, nell’ambito dell’opposizione, gli Stati Membri saranno in grado di apportare prove valide per cui la protezione non debba essere considerata ammissibile, la Commissione ritirerà la pubblicazione.

Ecco perché se si dovesse procedere al riconoscimento della menzione Prosek, sarebbe un fatto davvero grave, una decisione incoerente rispetto all’impianto di tutela della qualità costruito con il sistema delle Dop e Igp - osserva Agrinsieme -. L’unico vero Prosecco è quello prodotto in Italia e continueremo a batterci per difenderlo, salvaguardando i nostri agricoltori e i nostri territori”.

Con l’arrivo in Gazzetta della domanda di protezione della menzione tradizionale "Prosek", presentata dalla Croazia “tutte le parti interessate disporranno di un termine di due mesi a decorrere dalla data di pubblicazione per presentare un’obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo, in riferimento all’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue preannunciata dal Commissario Ue all’Agricoltura Wojciechowski.

Il via libera dell’Ue alla pubblicazione della domanda per il Prosek croato – sottolinea la Coldiretti - rovina il record storico dell’export di Prosecco nel mondo, cresciuto del 35% nei primi sei mesi del 2021, ma contraddice anche in maniera clamorosa la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea come la star delle bollicine italiane che quest’anno dovrebbe raggiungere il record di 700 milioni di bottiglie prodotte, la più grande denominazione al mondo.

“Occorre fermare un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza dell’impegno del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del Governatore Luca Zaia e degli europarlamentari italiani ad intervenire per far respingere la domanda.

Negli scaffali dei supermercati la Coldiretti ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.

Il Prosek croato – spiega la Coldiretti – è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale” dopo che il tentativo di proteggere la denominazione Prosek era già fallito nel 2013.

La produzione di Prosecco abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una fatturato complessivo stimato – conclude la Coldiretti – in quasi 2 miliardi dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco.

di T N