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Le quotazioni dell'olio extra vergine d'oliva risalgono ovunque, tranne che in Italia

Strana dinamica dei prezzi all'ingrosso che sono in rialzo in Spagna e Grecia mentre in Italia sono ferme al palo
11 marzo 2021 | T N
Come ampiamente previsto nelle ultime settimane, il ritocco al ribasso delle stime produttive spagnole sta facendo alzare i listini su tutte le piazze olearie, tranne che su quella di Bari.
La quotazione dell'extra vergine italiano resta infatti inchiodata da novembre-dicembre a 4,7-4,9 euro/kg, 4,8 euro/kg di media come anche indicato dal Borsino dell'Olio di teatro Naturale, con l'extra vergine di minore qualità, con acidità tra 0,4 e 0,8 che invece si avvicina ai 4 euro/kg, con un massimo a 4,3 euro/kg.
Tutto questo mentre i prezzi dell'olio iberico volano a 2,9 euro/kg nell'ultima settimana per il prodotto di qualità commerciale ma ormai hanno ampiamente passato i 3 euro/kg per quelli di migliore qualità.
Dinamica simile in Grecia dove nelle aree meno vocate all'alta qualità i prezzi sono stabili a 2,9-3 euro/kg, mentre a Creta le quotazioni stanno risalendo e ormai sono vicine ai 3,1 euro/kg.
Secondo gli operatori interpellati da Teatro Naturale queste tendenze evidenziano la scarsa propensione a investire sull'olio italiano, anche in virtù della revisione della politica dei dazi negli Stati Uniti, che potrebbe far tornare prepotentemente in campo la Spagna dell'olio d'oliva. L'olio italiano, quindi, non è più “indispensabile” per rifornire gli scaffali americani e si punta a soluzioni più economiche.
Anche perchè, è ormai opinione molto diffusa tra gli addetti ai lavori, i 5 euro/kg sono il massimo che l'extra vergine nazionale può raggiungere, altrimenti rischiando di avere una quotazione fuori mercato, con conseguenti abbassamenti eccessivi dei volumi di vendita, già modesti.
E' quindi prevedibile che, a fronte di ancora qualche ritocco al rialzo delle quotazioni in Spagna e Grecia, l'olio italiano resti fermo al palo, con anche pochi scambi ad animare un mercato già in difficoltà.
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