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Un oliveto superintensivo e un oliveto biologico intensivo richiedono lo stesso numero di giornate lavorative
Per mantenere le popolazioni nelle aree rurali resta solo la possibilità della meccanizzazione spinta o della differenziazione, con la sorpresa che il sistema colturale non incide significativamente sulla necessità di manodopera
10 settembre 2020 | Vilar Juan
La ricerca di redditività nel settore olivicolo ha determinato che, sulla base dell'innovazione e dello sviluppo, sono state modernizzate le tradizionali piantagioni di oliveti meccanizzati, intensificando le piantagioni o trasformandole in moderni oliveti per ridurre i costi di coltivazione, soprattutto quelli della raccolta, che rappresentano fino al 45% del totale.
Sempre nell'ottica della ricerca di redditività, a titolo di differenziazione, sono state trasformate le tradizionali piantagioni di oliveti non meccanizzati in oliveti biologici, biodinamici, biorigenerativi, etici, eroici, emozionali, ecc. per ottenere un premio di prezzo per il prodotto finale.
Un lavoro di ricerca sviluppato nella III Edizione del Master in Amministrazione e Gestione delle Aziende Olivicole della Scuola di Economia Aziendale Agroalimentare (ESNEA), di Intercoop Consultancy, e di Juan Vilar Strategic Consultants vuole sfatare anche il mito che l'oliveto moderno elimini la manodopera, sostituendo le persone con le macchine, con conseguente riduzione dell'occupazione nel settore olivicolo. Non è proprio così; ciò che si genera è un lavoro più professionalizzato e meglio retribuito, poiché la gestione degli oliveti moderni, e quella differenziata, richiede una maggiore conoscenza nella sua gestione.
D'altra parte, l'occupazione generata dal moderno oliveto, e quella differenziata, non è stagionale, contrariamente a quanto avviene nell'oliveto tradizionale, che genera la maggior parte della forza lavoro durante la campagna di raccolta delle olive.
L'occupazione generata da oliveti moderni e differenziati è distribuita durante tutto l'anno.
Oltre ad eliminare la stagionalità dell'occupazione, la rende omogenea nel tempo. In altre parole, gli oliveti moderni e differenziati (biologici, ecc.), soprattutto nel caso dell'irrigazione, aumentano la produttività dell'oliveto. Di conseguenza, il numero di giorni lavorativi rispetto agli oliveti tradizionali in asciutta ogni anno è simile, dato che i raccolti non variano molto da una stagione all'altra.
L'oliveto in Andalusia genera tra i 16 e i 18 milioni di giorni di lavoro all'anno, di cui il 45% corrisponde al raccolto. Il numero di giorni lavorativi varia a seconda della produzione di ogni campagna. Del totale, il 44% dellle giornate lavorative è generato a Jaén, vale a dire una media di 7,5 milioni di giornate lavorative all'anno.
Il numero medio di giorni lavorati per ettaro di oliveto moderno è di 13 in agricoltura intensiva e di 14 nel superintensivo; l'oliveto biologico tradizionale ne genera 15 e l'oliveto meccanizzato tradizionale ne genera 11.
Una delle conclusioni più rilevanti dello studio è che è la generazione di reddito netto la circostanza che in misura maggiore mantiene la popolazione rurale, essendo questa più elevata nelle aree con oliveti moderni, oliveti tradizionali irrigui meccanizzati, oliveto biologici e nel resto delle categorie differenzianti.
Più basso è il valore aggiunto generato da un oliveto, più bassa è la popolazione che impiega, con inevitabili ricadute sulla popolazione rurale.
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