Mondo
Per salvare l'olivicoltura tradizionale spagnola torna di moda la consociazione
Dalla monocultura, concetto imperante dell'agricoltura intensiva e meccanizzata, alla consociazione, pratica agricola del secolo scorso. Ora l'Università di Cordoba sta valutando l'impatto ambientale ed economico di lavanda e avena tra i filari di olivi
24 giugno 2020 | T N
L'olivicoltura tradizionale spagnola, che ancor oggi rappresenta il 70% della produzione nazionale, è in forte difficoltà per i bassi prezzi che mettono fuori mercato intere realtà, che rischiano l'abbandono.
La Spagna non può tuttavia permettersi di perdere milioni di piante e di ettari olivetati, incamminandosi lungo la via dell'abbandono, già imboccata anni fa dall'Italia.
Si pensa allora a nuovi sistemi di gestione che, dopo lo sfruttamento intensivo durato più di vent'anni, rimettano in sesto le aziende e il territorio, a partire dal grave problema dell'erosione del suolo che caratterizza l'Andalusia collinare.
Ecco che un filone di ricerca, chiamato Diverfarming, e finanziato dalla Commissione europea sta pensando al passo indietro nel tempo, seppur modernizzato dalle ricerche e dalle conoscenze attuali: la consociazione.
Un team dell'Università di Cordoba che si occupa di Diverfarming, formato dai ricercatori Beatriz Lozano, Luis Parras e Manuel González, sta gestendo il progetto: un oliveto tradizionale con problemi di erosione a Torredelcampo (Jaén).
Nonostante la pandemia l'attività di ricerca non è stata fermata ed è stata seminata l'avena tra i larghi filari dell'oliveto, ottenendo un raccolto da 30 quintali.
Oltre al beneficio economico per la comunità olivicola di una seconda raccolta, sono rilevanti anche i benefici ambientali. Il gruppo di ricerca ha rilevato come la semina dell'avena come copertura vegetale abbia ridotto l'erosione rispetto alla monocoltura. Inoltre, l'avena crea una notevole copertura del suolo e ha un elevato contenuto di biomassa, il che ha portato ad un maggiore sequestro del carbonio, riducendo così le emissioni di carbonio e ottenendo terreni con più materia organica e, quindi, una maggiore fertilità.
In questo studio, la diversificazione viene testata anche con la lavanda, che sarà raccolta tra breve e per la quale si prevede un abbondante raccolto.
Potrebbero interessarti
Mondo
La Commissione agricoltura dell'Europarlamento in visita in Italia

Gli europarlamentari hanno visitato, tra le altre cose, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, l'Ente Nazionale Risi e il sito di produzione del Parmigiano Reggiano, parlando di innovazioni, nuove tecnologie e agricoltura intelligente
18 settembre 2025 | 11:00
Mondo
Spreco alimentare nella UE: un conto da oltre 130 miliardi di euro

Ogni anno, circa 60 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate nell'Unione europea. Si tratta di circa 130 kg per abitante. Le famiglie generano oltre la metà dei rifiuti alimentari nell'UE
16 settembre 2025 | 10:00
Mondo
Le opportunità del mercato cinese per l’olio di oliva

L'olio d'oliva in Cina è venduto principalmente nei supermercati e negli ipermercati e nei negozi tradizionali. Per quanto riguarda il canale online rappresenta l’11,8% delle vendite al dettaglio
16 settembre 2025 | 09:00
Mondo
Solo 235 mila tonnellate di olio di oliva nei frantoi spagnoli

Vendite ad agosto ancora alte a 120 mila tonnellate, scorte totali appena superiori alle 400 mila tonnellate. Febbrile attesa per la stima della fine di settembre sulla produzione di olio di oliva in Andalucía
15 settembre 2025 | 14:00
Mondo
Doppia vetrina per il vino italiano in Cina

Presenti in ciascuna tappa del wine tour cinese di Vinitaly, 31 aziende rappresentative dell’offerta del vino italiano e il Consorzio vini d’Abruzzo, protagonisti di un’agenda business con 16 tra i principali importatori asiatici
15 settembre 2025 | 10:00
Mondo
L'Ucraina torna a importare olio di oliva italiano

4,35 milioni di euro di olio di oliva italiano sono andati in Ucraina nei primo otto mesi del 2025. L'Italia domina con una quota di mercato del 44%
15 settembre 2025 | 09:00