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Allarme rosso in Spagna: di nuovo in calo il prezzo dell'olio d'oliva
L'effetto degli aiuti allo stoccaggio privato è già finito, con la quotazione in calo dopo i lievissimi aumenti di febbraio. Dopo il “picco” a 2,26 euro/kg, extra in discesa a 2,14 euro/kg, con il lampante sotto 1,8 euro/kg
28 febbraio 2020 | T N
La situazione nella Spagna dell'olio di oliva si fa drammatica.
Sono state ritirate dal mercato circa 200 mila tonnellate di olio, grazie agli aiuti allo stoccaggio privato dell'Ue, ma l'influenza sulle quotazioni è stata minima e solo per un brevissimo lasso di tempo.
Dal 28 gennaio al 21 febbraio, quando l'effetto del ritiro del prodotto dal mercato dell'olio è stato massimo, il prezzo più alto raggiunto è stato di 2,260 euro al chilo nella categoria dell'olio extravergine di oliva, secondo i dati del sistema di prezzi all'origine Poolred. Per quanto riguarda le altre due categorie, nel periodo analizzato l'olio di oliva vergine non è stato venduto per più di 1,925 euro al chilo, mentre il lampante, il prezzo più alto raggiunto, è stato di 1,780 euro.
Dal 21 febbraio in avanti, invece, il prezzo è iniziato a ridiscendere. L'extra vergine ha quotato 2,240 euro al chilo. Il vergine 1,850 euro al chilo e il lampante 1,770 euro al chilo.
Gli ultimi dati disponibili, al 28 febbraio, mostrano che il trend in discesa non si è esaurito, con l'extra vergine a 2,144 euro al chilo, mentre rimbalza la quotazione del vergine a 1,951 euro al chilo e sostanzialmente stabile appare quella del lampante a 1,766 euro al chilo.
La situazione appare dunque più critica proprio sul fronte dell'extra vergine d'oliva, con quotazioni che restano stabilmente al di sotto della soglia di remunerazione minima per i produttori ma anche per il vergine e per il lampante che sono prodotti importanti, con volumi altrettanto importanti, sul mercato all'ingrosso iberico.
Una situazione che sta provocando fortissime tensioni e proteste che si protrarranno anche nel mese di marzo da parte del comparto olivicolo spagnolo.
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