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La Commissione europea sottostima le scorte di olio d'oliva
La previsione di Bruxelles è che a ottobre nelle cisterne vi siano solo 633 mila tonnellate, un dato che va riconsiderato secondo gli esperti del Working Group of Olives riunitisi a giugno. Allo stesso modo vi sono visioni differenti sulle ipotesi produttive per la prossima campagna olearia
09 luglio 2019 | T N
Secondo la Commissione europea all'inizio della prossima campagna olearia, a ottobre, vi saranno 633 mila tonnellate di olio d'oliva, un dato sottostimato secondo gli esperti del Working Group of Olives.
I dati di vendita, infatti, fanno temere che il dato complessivo possa avvicinarsi più alle 900 mila tonnellate, una delle giacenze più alte degli ultimi anni. Fortemente sottostimata anche la giacenza italiana, prevista in sole tremila tonnellate, ma che, al 1 luglio era ancora di 71 mila tonnellate per l'extra vergine a cui si sommano le 15 mila tonnellate del biologico.
Tutto questo mentre per le esportazioni dovrebbe essere record, con un +20% rispetto al 2017/18. I prezzi bassi dovrebbero sostenere la crescita dei consumi.
In prospettiva, secondo la Commissione, la superficie totale olivetata dell'Ue rimane stabile, ma la quota di uliveti irrigati è pari a in leggero aumento.
Sulla base dell'analisi delle tendenze, la produzione nel 2019/20 dovrebbe prevedere una diminuzione del 19% in Spagna, quindi intorno alle 1,5 milioni di tonnellate, una risalita del 91% per l'Italia, con 350 mila tonnellate, un +15% in Grecia con 150 mila tonnellate e un aumento del 13% in Portogallo, con una produzione di 85 mila tonnellate.
La produzione complessiva dovrebbe dunque scendere del 6% nei principali paesi produttori dell'Ue.
Gli esperti intervenuti, però, non sono stati concordi con i dati forniti dalla Commissione.
In particolare gli spagnoli ritengono che il calo possa essere più sensibile, con una produzione che non dovrebbe superare le 1,25 milioni di tonnellate a causa della mancanza di pioggia, ma anche di deficit nutrizionali degli olivi e dei suoi effetti collaterali.
Sostanzialmente concorde la posizione degli esperti italiani, la produzione dovrebbe essere destinata a raddoppiare.
In Grecia, rispetto alle ipotesi pessimistiche della Commissione, si aspetta un buon anno e una produzione a 320-340 mila tonnellate.
Dubbioso il Portogallo sulla crescita a causa delle recenti ondate di calore, anche se il trend negli anni sarà sicuramente positivo e entro due-tre anni una produzione di 130 mila tonnellate dovrebbe diventare lo standard.
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