Mondo 20/04/2018

Il sì molto condizionato di Anierac e Asoliva al panel test per l'olio d'oliva

Il sì molto condizionato di Anierac e Asoliva al panel test per l'olio d'oliva

Il problema è la mancanza di garanzie legali per le aziende di imbottigliamento e l'industria olearia. Distinguere un extra vergine da un olio vergine o lampante basandosi su un'analisi “gustativa” avrebbe dimostrato di avere seri problemi dovuti alla “variabilità dei risultati”


Anierac e Asoliva, in un comunicato ufficiale congiunto, dicono di non volere l'abolizione del panel test ma, nello stesso comunicato, ne distruggono e smontano la credibilità.

Il problema, secondo le associazioni dell'industria e del commercio iberiche, è la certezza giuridica alle imprese.

Nel comunicato le sigle affermano di avere a disposizione diversi rapporti che dimostrano la variabilità dei risultati dei panel, una variabilità del 30% secondo una ricerca condotta per Asoliva e Anierac da PriceWaterHouseCoopers, un'azienda internazionale che si occupa di servizi di revisione, di consulenza strategica, legale e fiscale alle imprese.

In particolare le due relazioni PriceWaterHouseCoopers, approvate da cinque notai, mostrano una variazione dei risultati nel 27,3% degli oli inviati ai gruppi di assaggio. In altri studi condotti dal Ministero dell'Agricoltura e dalla Giunta Regionale dell'Andalusia, la variabilità è ancora maggiore, raggiungendo il 30% degli oli analizzati.

Nel comunicato vengono anche citati delle ricerche effettuate da Assitol, ovvero l'associazione dell'industria olearia italiana, e dall'Istituto de la Grasa, unica autorità scientifica indicata da Anierac e Asoliva.

Nel comunicato si legge che “gli industriali mettono a disposizione questi studi che accreditano questa "soggettività e variabilità" nei risultati del metodo, e non conoscono o non hanno studi contrari.”

Inoltre Anierac e Asoliva hanno raccomandato alle loro aziende di dare la priorità ai loro acquisti nei frantoi che vendono i loro oli accreditati con il relativo certificato di analisi organolettica. Finora, purtroppo, non è stato fatto. Le associazioni ritengono che i frantoi dovrebbero dare l'esempio fornendo all'industria i certificati analitici dei loro oli vergini ed extra vergini, in modo da collaborare alla trasparenza del mercato e ridurre al minimo l'insicurezza giuridica cui è soggetta l'industria.

Insomma, da una parte Anierac e Asoliva dicono apertamente di non volere l'abolizione del panel test, pur tentando di screditare il metodo e di demolirne l'immagine, dall'altro consigliano gli associati di comprare solo oli con certificato di analisi organolettica, per scaricare la responsabilità sul mondo della produzione.

La guerra al panel test di una parte del mondo oleario iberico è solo al primo atto.

di T N