Mondo

Stock mondiali di olio d'oliva tecnicamente a zero

Le cooperative iberiche preoccupate per la dinamica dei consumi mondiali. Resta poco olio nelle cisterne. Sarà la Spagna a soddisfare la domanda internazionale ma non oltre il mese di novembre

29 marzo 2017 | T N

Le cooperative iberiche sono preoccupate per la dinamica dei consumi mondiali, in un contesto di scarsissima produzione.

Gli ultimi dati di produzione mondiale sono infatti molto più allarmanti delle proiezioni del Coi di novembre e delle stime dell'Unione europea di febbraio.

L'Italia non arriverà a produrre 200 mila tonnellate (190 mila è la stima finale) mentre la Grecia ne produrrà 180 mila. Un totale, quindi, di 380 mila tonnellate, contro le 800 mila della scorsa camopagna olearia. Produzione negativa anche in Portogallo, con 80 mila tonnellate prodotte, contro le 100 mila dell'anno scorso.

Anntate molto negative anche in Algeria, Marocco e Tunia, con produzioni praticamente dimezzate rispetto alla scorsa campagna olearia.

Secondo le cooperative iberiche male anche la situazione in Spagna con l'ultima stima che fa attestare la produzione su 1,27 milioni di tonnellate, contro le 1,4 milioni previste. A fine febbraio la produzione, pressochè completata, si è infatti fermata a 1,232 milioni di tonnellate.

La campagna olearia 2016/17 ricorda quindi molto da vicino quella del 2014/15. Alla fine, secondo le stime delle coop spagnole la produzione mondiale quest'0anno dovrebbe arrivare a 2,53 milioni di tonnellate contro le 2,45 milioni di tonnellate della campagna di due anni fa.

A salvare la situazione proprio la Spagna che nel 2014/15 aveva prodotto 842 mila tonnellate, contro le 1,27 milioni di tonnellate stimate oggi.

Resta però la preoccupazione, poichè con un ritmo di vendite di 123 mila tonnellate, ovvero la media degli ultimi mesi, gli stock dovrebbero essere "tecnicamente a zero" a novembre. Con un aumento delle vendite, quindi, non c'è alcuna garanzia di poter soddisfare la domanda. A frenare le vendite, però, ci potrebbe essere il prezzo alto dell'extra vergine, quotazione che non dovrebbe scendere nel medio periodo stante le preoccupazioni per le giacenze.

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