Mondo
Carapelli, Bertolli e Sasso possono rientrare in Cina
Banditi dalle tavole cinesi fin dal 2015, per inchieste dell'autorità giudiziaria, ora i tre marchi della spagnola Deoleo possono rientrare in Cina. Soddisfazione per la decisione adottata è stata espressa dall'Ambasciatore Ettore Sequi
15 novembre 2016 | C. S.
Gli oli d'oliva a marchio Carapelli, Bertolli e Sasso potranno tornare a essere venduti sugli scaffali dei supermercati cinesi.
La decisione del governo cinese, all'indomani della quarta tornata di dialogo sulla sicurezza alimentare tra Italia e Cina, è stata presa dopo il blocco deciso nel 2015.
Allora a Pechino decisero, a seguito di verifiche interne e di inchieste dell'autorità giudiziaria italiana, di non permettere l'accesso al mercato ai marchi Carapelli, Bertolli e Sasso mentre nessun blocco fu deciso per Carbonell, sempre di proprietà della multinazionale anglo-iberica Deoleo.
Il Dialogo -organizzato dall'Ambasciata d'Italia a Pechino- costituisce una importante occasione di promozione dei nostri prodotti agroalimentari poiché consente di illustrare alle Autorità cinesi chiamate ad autorizzare le nostre esportazioni, l'elevatissimo livello dell'Italia nel settore della sicurezza alimentare e sanità veterinaria.
"Gli standard italiani sulla sicurezza alimentare sono offerti ai cinesi come modello per proseguire un lavoro comune di scambio di migliori pratiche. L'obiettivo è l'elevazione degli standard qualitativi e di sicurezza, l'eliminazione delle restanti barriere al commercio e un più ampio accesso al mercato cinese per i prodotti agroalimentari italiani". Lo ha confermato nel suo intervento l'Ambasciatore d'Italia in Cina, Ettore Sequi, il quale ha ricordato anche che "in Italia la sicurezza alimentare è una scelta politica fondamentale e strettamente legata al sistema sanitario nazionale perche' la tutela della salute comincia con una sana alimentazione e, quindi, con un adeguato controllo delle produzioni agroalimentari".
L'Italia in Cina è il secondo fornitore per volumi (circa 45 tonnellate) e valori esportati (oltre 45 milioni di euro).
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