Mondo
In Arabia Saudita venti milioni di olivi, tutti di superintensivo spagnolo
Esponenti del mondo olivicolo dell'Arabia Saudita, tra cui un esponende di Agromillora Group, hanno incontrato i vertici del COI per parlare del futuro del settore e di accordi di collaborazione tra il Paese arabo e il Consiglio oleicolo internazionale
26 ottobre 2016 | C. S.
L'Arabia Saudita ha a dimora venti milioni di olivi, tutti secondo il modello superintensivo spagnolo, nella provincia di Al Jouf, al confine tra Iraq e Giordania.
L'olivicoltura araba è quindi una realtà, ancora piccola, ma già in grado di esportare in Spagna, Svizzera, Emirati arabi, Bahrain e Kuwait.
L'olivicoltura nella penisola araba si può ulteriormente espandere. Il progetto di espansione colturale è stato presentato da Aboabat, ammisnistratore delegato della società Al-Watania and Sahbi Mahjoub rappresentante di Agromillora Group, il vivaio che ha diffuso il superintensivo nel mondo, nel corso di una riunione al COI.
La riunione, che ha visto la partecipazione di tutti i vertici del Consiglio oleicolo internazionale, ha spiegato come il modello superintensivo spagnolo, 1500 piante ettaro, sarebbe compatibile con quel territorio sub desertico poichè nel sottosuolo vi sarebbero numerose riserve idriche che potrebbero essere utilizzate proprio per l'olivicoltura.
L'Arabia Saudita rappresenta un'area estremamente vastra dove è possibile condurre gli oliveti secondo i principi dell'agricoltura biologica, grazie al clima con estati particolarmente calde, dove la temperatura può salire fino a 54 gradi centigradi.
Il Consiglio oleicolo internazionale ha invitato l'Arabia Saudita a partecipare alle prossime sedute del Comitato consulyivo del COI, per familiarizzare con procedure e prassi dell'istituzione oleicola internazionale, in attesa di un possibile ingresso del Paese arabo nei prossimi anni.
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