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L'Italia già in affanno per conquistare i consumatori cinesi di vino

Secondo il rapporto del Ceev, l'Italia è terza per volumi esportati in cina e anche per quanto riguarda il prezzo unitario al litro. Aperta solo da pochi giorni la prima scuola italiana dedicata agli enoappassionati cinesi

01 marzo 2016 | T N

L'export vitivinicolo europeo ha sfiorato i 10 miliardi di euro nel 2015 secondo il Ceev, ovvero il Comitato europeo delle imprese vitivinicole. Sulla base dell’analisi dell’export 2015 delle aziende viticole, il vino europeo piace sempre di più negli Usa (3,15 miliardi, +18% in un anno) dove il consumatore è disposto a pagare una bottiglia un prezzo superiore alla media (5,61 euro contro 4,47 euro/litro).

Gli Usa si confermano il primo mercato per l’Ue, ma la grande sorpresa è rappresentata dalla Cina (+26%), dove però il vino italiano strappa solo il terzo posto dopo quello francese e spagnolo.

Italia al terzo posto in Cina anche quanto a prezzo medio al litro del vino esportato. Il vino italiano si posiziona molto vicino alla soglia di 2,88 euro al litro che è considerato dal Ceev come soglia determinante, nel medio periodo, per mantenere l'attuale livello di competitività dei vini europei su quel mercato.

Dopo la fine della disputa commerciale tra l’Ue con Pechino, nel 2015 l’export europeo è salito del 26% in valore e del 29% in volume. La Francia fa la parte del leone (556 milioni di euro su un totale di 819) seguita da Spagna (113 milioni) e Italia (89 milioni).

Aprirà il 2 aprile a Shanghai la Taste Italy! Wine Academy (意会!葡萄酒学院), la prima wine school italiana interamente dedicata agli enoappassionati cinesi, targata Business Strategies. Lo hanno annunciato oggi al Chinese Wine Summit di Shanghai la Ceo della società fiorentina, unica compagine italiana invitata all'evento, Silvana Ballotta, e Jancis Robinson, winecritic, scrittrice e giornalista del Financial Times. “Dagli Stati Uniti ai mercati emergenti, i processi di internazionalizzazione del vino italiano sono passati e continuano a passare attraverso l’educazione del consumatore – ha spiegato Ballotta all’evento riservato agli operatori del vino cinese –. Occorre proporre un sistema di long life education per il consumatore finale. Non dobbiamo dimenticare che, per radicare la cultura del vino ed in particolare di quello italiano, bisogna agganciare le persone comuni con informazioni semplici ed efficaci, lasciando i tecnicismi agli addetti ai lavori”. Per Jancis Robinson, intervenuta alla tavola rotonda: “L'attenzione dei consumatori cinesi si è spostata dai super alcolici a prodotti più leggeri come il vino. Oggi siamo di fronte a una nuova generazione di consumatori, giovani, sempre più sicuri di sé e selettivi nella scelta dei vini; il nostro compito – ha concluso Robinson – è quello di fornire loro gli strumenti per fare queste scelte con consapevolezza e maturità”.

La scuola, patrocinata Ismea, avrà sede nel quartiere di Xintiandi della città più popolosa del mondo, noto per la sua impostazione occidentale e per l’apertura al vino europeo, e offrirà corsi dedicati a Wine Lovers (I e II livello), a cui seguiranno anche i corsi Wine Professionals (I e II livello). L’approccio al vino, dalla cultura del prodotto alla degustazione, sarà quindi mediato da una costante attenzione ed “educazione all’italianità”, a partire proprio da una presentazione complessiva delle eccellenze del Belpaese. L’insegnante sarà Sam Chen, Sommelier certificato WSET, attualmente insegnante WSET e speaker per diversi eventi sul vino italiano, oltre che brand ambassador per alcune cantine italiane.

“In Cina c’è voglia di vino italiano – ha aggiunto l’AD della società fiorentina specializzata sui percorsi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese –, lo dimostrano anche i numeri delle iscrizioni all’Accademia, sold out fino a settembre. Per intercettare questo interesse ci vuole una strategia capillare, dalla promozione, alla sperimentazione di modalità di integrazione del vino italiano con la gastronomia cinese e alla conoscenza del mercato cinese. Tra le iniziative che abbiamo in campo per il 2016 – ha concluso Ballotta – a Vinitaly presenteremo un’indagine sui consumatori cinesi con un focus Nomisma sulla fascia 20-35 anni, i coetanei dei Millennials americani”.

 

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