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Intraprendenza e un po' di faccia tosta: Barak Obama e Hillary Clinton celebrano l'olio italiano

Alle volte osare premia. E' il caso di due olivicoltori abruzzesi che hanno inviato il loro prodotto alla Casa Bianca e alla Segreteria di Stato, ricevendone apprezzamenti e un plauso

18 maggio 2013 | Alberto Grimelli

C'è chi si lascia scoraggiare al solo pensiero e chi osa.

A Pier Luca Di Ciccio e Neal Flieger osare piace sicuramente, altrimenti non avrebbero architettato di spedire un po' del loro extra vergine d'oliva a Washington. Non a due indirizzi qualsiasi ma direttamente alla Casa Bianca e alla Segreteria di Stato.

Una produzione di nicchia, anzi d'elite, visto che i due olivicoltori abruzzesi producono solo 840 bottiglie del loro Fiorano 241 e che non hanno certo problemi di commercializzazione visto che è già utilizzato in alcuni ristoranti proprio della capitale americana ma anche di Baltimora e di alcune città inglesi.

L'invio del loro extra vergine ai massimi livelli della politica statunitense è stato un gioco, un modo per far apprezzare le tipicità italiane oltreoceano.

Certo Pier Luca Di Ciccio e Neal Flieger non si attendevano una risposta dalla Casa Bianca e dalla Segreteria di Stato. Invece sono arrivate e volentieri le riportiamo.

Una celebrazione dell'olio d'oliva italiano, di più Dop Aprutino pescarese, e della sfacciataggine, ma un po' di faccia tosta ci vuole, di due olivicoltori italiani.

 

 

Le parole del Presidente Obama e dell'ex Segretario di Stato sono ovviamente di circostanza, un po' più mirate e dettagliate quelle di Hillary Clinton.

In ogni caso questa piccola vicenda ci può insegnare almeno due cose.

Non sempre sono necessari grandi investimenti, occorre anche saper utilizzare il bene più prezioso dell'italianità: creatività e inventiva.

Non importa quanto in alto tu sia arrivato, la buona educazione e la buona creanza vengono prima di ogni cosa. Ringraziare per un omaggio ricevuto è doveroso.

Un grazie allora a Pier Luca Di Ciccio e Neal Flieger, ma anche a Barak Obama e Hillary Clinton per queste lezioni.

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