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Diritti d'impianto dei vigneti: anche la Bulgaria dice no alla liberalizzazione

La quasi totalità degli Stati membri produttori di vino ha preso posizione. 15 nazioni schierate per il no ma occorrono ancora 40 voti per raggiungere la maggioranza qualificata

10 marzo 2012 | C S

In occasione di un incontro a Parigi il 2 marzo scorso tra il Ministro francese dell’Agricoltura, Bruno Le Maire, e i suoi due omologhi spagnolo e bulgaro, Arias Canete e M. Naydenov, per discutere della riforma della PAC, è stata affrontata anche la questione della prossima liberalizzazione dei diritti di impianto.

Il Ministro bulgaro, che non aveva ancora preso posizione, ha annunciato nell’occasione che il suo Paese ha assunto anch’esso posizione contro la liberalizzazione.

Ad oggi, 15 Stati membri si sono pronunciati sui diritti. Per ottenere la maggioranza qualificata al Consiglio, occorrono ancora 40 voti.

La quasi totalità degli Stati membri produttori di vino ha preso posizione su questa problematica.

 

Il Presidente di EFOW nonché Presidente di Federdoc, dott. Ricci Curbastro, ha espresso soddisfazione per questo risultato.

“Siamo lieti di questa nuova adesione – ha dichiarato Ricci Curbastro. Questo è il segno che stiamo lavorando bene, che ci incoraggia a ricercare gli altri voti mancanti in una azione di contatti e convincimenti anche a livello di Parlamento europeo”.

Il prossimo 19 marzo p.v. è previsto a Bruxelles, per iniziativa di EFOW e di altre importanti Organizzazioni di categoria europee e con la collaborazione dell’Intergruppo Viticoltura al PE un incontro ed una cena con molti parlamentari europei, avente per oggetto i diritti di impianto. “E’ l’occasione buona per ricercare nuove adesioni – ha concluso Ricci Curbastro”.

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