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Se la Spagna punta tutto su cultura e polifenoli

Il paese iberico si celebra e innova. Si moltiplicano le iniziative per sottrarre all'Italia quote di mercato, specie nei paesi emergenti, utilizzando le stesse armi che il Belpaese non riesce a sfruttare

07 gennaio 2012 | Alberto Grimelli

Attenti alla Spagna.

E' da tempo che Teatro Naturale ha aperto una finestra informativa con costanti notizie e approfondimenti che vengono direttamente dal paese iberico. Come mai tanta attenzione? Come mai tanti articoli?

La Spagna, che piaccia o no, è leader produttivo e le mosse di un gigante che immette sul mercato dalle tre alle cinque volte tanto le quantità d'olio d'oliva del nostro paese non può essere ignorato. Le conseguenze delle politiche iberiche hanno una ricaduta anche sull'Italia, il nostro prezzo di mercato si forma anche in ragione delle dinamiche commerciali in Andalusia.

Mettere la testa sotto la sabbia, rinchiudersi nel nostro orticello serve a poco. Meglio aprire gli occhi.

Già, perchè la Spagna dell'olio, pur in una crisi senza precedenti, si sta ristrutturando e sta creando le basi per una leadership culturale propedeutica alla conquista definitiva dei mercati, specie quelli emergenti.

Poche idee ma molto chiare e una filiera che, all'estero e all'esterno, si presenta unita.

Gli scandali, o presunti tali, sull'olio d'oliva in Spagna vengono presto tacitati. Le diverse anime della filiera, pur avendo interessi diversi e persino contrapposti, evitano di farsi la guerra pubblicamente, tanto meno con scoop giornalistici. Un modello copiato dalla Francia dove la “grandeur” è stata edificata su una forte compattezza, una scarsa trasparenza e una comunicazione celebrativa ed enfatica delle produzioni nazionali.

Sul fronte commerciale e del marketing la Spagna sta calcando le orme italiane e sembra puntare tutto su cultura e polifenoli. I cavalli di battaglia italiani, che dovrebbero servire a risollevare le sorti olivicole del nostro paese, vengono oggi abilmente sfruttati dalla Spagna.

Riprendiamo da un recentissimo comunicato stampa istituzionale iberico: “che l'olio d'oliva spagnolo, in particolare andaluso, sia noto per la sua eccellenza, nessuno lo dubita, neanche il gigante asiatico: la Cina si è arresa ai piedi di questo oro liquido, è l'Andalusia il primo esportatore nel paese del Sol Levante, avanti anche all'Italia. Un onore che sottolinea l'importanza di questo prodotto nell'economia spagnola.” Una comunicazione affiancata dal lancio in grande stile di una sito internet multilingua che sia il punto di riferimento per gli amanti dell'olio con informazioni sulle proprietà benefiche, sulle qualità nel mondo dell'estetica e della bellezza, con ricette. Un portale molto divulgativo, concentrato tutto sulle produzioni iberiche, con anche una sezione e-commerce sia per i privati sia dedicata all'ingrosso.

Tutto qui? No.

Negli stessi giorni una società spagnola, la Probeltebio, ha lanciato un prodotto, un integratore alimentare con elevato contenuto di idrossitirosolo. Di per sé non sarebbe una novità così eclatante se non fosse che la comunicazione promozionale e di marketing si basa, in gran parte, sul parere emesso dall'Efsa sulle proprietà benefiche degli antiossidanti dell'olio d'oliva. L'Italia che ha tanto investito, in termini di ricerca scientifica sulle proprietà salutistiche dei biofenoli, viene battuta sul tempo dalla Spagna quando si parla di comunicazione e divulgazione.

Sarebbe tuttavia sbagliato pensare che la Spagna stia solo a guardare, per poi copiare, sul fronte dell'innovazione e della tecnologia alimentare. Mentre in Italia ci dibattiamo su quanto assegnare ai piani sulla qualità e relativi finanziamenti per le associazioni di produttori, nel paese iberico è in atto un progetto, denominato Henefood, finanziato per 13 milioni di euro dal loro Ministero dello sviluppo, che punta a migliorare la qualità salutistica degli alimenti in partnership con imprese private che così potranno immettere sul mercato prodotti nuovi e d'appeal.

Pochi esempi, raccolti durante queste vacanze natalizie, che si sommano ai tanti indici che, nel corso degli ultimi mesi, Teatro Naturale ha sottolineato e pubblicato. Vi sono tutte le ragioni per accendere i riflettori sulle mosse del paese iberico, senza crogiolarsi su stereotipi che potrebbero rivelarsi quantomai traballanti.

L'Italia non è tutta pizza e mandolino, la Spagna non è tutta olio di bassa qualità e deodorati.

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