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Bruxelles troppo rigida e l'ammasso privato non decolla

Bocciate quasi la metà delle proposte di ammasso provenienti dalla Spagna. Un dato che ha influenzato il mercato dei futures e le quotazioni dell'extra vergine. Previsioni più pessimistiche anche sulla campagna 2011/12

29 ottobre 2011 | Ernesto Vania

La Spagna alle prese con la siccità e la produzione è stimata in calo del 2% circa dalle coop agricole che riducono così le previsioni a un milione e 3650mila tonnellate d'olio. Una correzione che sembra in particolare risentire dei primi dati di frangitura con le rese in calo rispetto agli anni scorsi.

Nel mentre il mercato dei futures sembra risentire solo minimamente dell'effetto ammasso privato. Le quotazioni per contratti a lunga scadenza hanno visto infatti un incremento della quotazione dell'extra vergine da 1710 euro/tonnellata a 1730 euro/tonnellata.

Tutto questo mentre, invece, il mercato reale continua a soffrire, con l'extra vergine sceso a 1,87 euro/kg su alcune piazze e solo il vergine che tenta un minimo recupero a 1,75 euro/kg.

L'attenzione di molti operatori, nella settimana, è però stata puntata su Bruxelles e sulle decisioni del comitato di gestione sulla prima tranche di aiuti per lo stoccaggio privato.

E' stata una doccia fredda per la Spagna che ha visto approvate solo 9800 tonnellate mentre domande per 9200 tonnellate sono state respinte anche per cavilli burocratici. Tutto questo dopo che sono infuriate le polemiche perchè le 100mila tonnellate previste sono state distribuite a tutti i Paesi produttori mentre solo in Spagna si è registrato un prezzo al di sotto del livello soglia fissato dall'Ue. La Spagna aveva deciso di dividere le quote per l'ammasso su base di areale geografico assegnando, per questo primo bando, 11.260 tonnellate a Jaen, seguita da Cordoba, con 4313 tonnellate, Granada, 1537 tonnellate, Siviglia e Malaga 1.500 tonnellate.

Il 48% delle domande è però stato rigettato, inficiando, questa l'accusa degli spagnoli, la stessa utilità del provvedimento, ovvero di provocare un aumento dei listini.

Gli spagnoli sono inoltre arrabbiati perchè la Commissione ha deciso di non ritoccare l'importo dell'aiuto, fissato a 1,30 euro/tonnellata al giorno, ovvero quanto stabilito nel 2009, quando la misura di ammasso privato fu autorizzata per l'ultima volta.

Il governo andaluso aveva già fatto sapere a Bruxelles che la quotazione non teneva conto degli aumenti dei costi di stoccaggio, in particolare quelli finaziari, con la conseguenza che un prezzo più congruo, per gli ammassatori, sarebbe dovuto essere 1,50 euro/tonnellata.

Le cooperative spagnole ora stanno facendo pressioni sul governo e sul ministero dell'agricoltura affinchè il prossimo bando, previsto per il 8 novembre prossimo, abbia il massimo sostegno da parte delle autorità e che tutto il quantitativo venga convalidato da parte del comitato di gestione dell'Ue.

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