Mondo
Land grabbing: il pericolo del nuovo millennio
Accaparrarsi risorse non illimitate è sempre stata l'ambizione dei grandi gruppi e multinazionali. Dopo le fonti energetiche, ora è la volta dei terreni agricoli. A rischio Africa, Asia e Sud America
22 ottobre 2011 | T N
Sono 227 milioni gli ettari di terra venduti, affittati o concessi in uso in tutto il mondo dal 2001. Una superficie equivalente all'Europa nord-occidentale.
Il rapporto “La nuova corsa all'oro”, diffuso da Oxfam, stima le dimensioni mondiali del fenomeno del land grabbing, l'accaparramento incontrollato delle terre effettuato in particolare da investitori internazionali con accordi su larga scala.
Non tutti i 227 milioni di ettari sono classificabili come land grabbing, ma dietro le acquisizioni di terreni si cela spesso questo fenomeno. La scarsa trasparenza e la segretezza che circondano tali compravendite di terra rendono difficile calcolare i numeri esatti. Ciononostante, Oxfam e i suoi partner hanno analizzato circa 1.100 accordi relativi all'acquisizione di 67 milioni di ettari: il 50% delle compravendite sono avvenute in Africa e coprono un'area quasi pari alla superficie della Germania.
Lo scandalo è che l'80% delle terre accaparrate rimane inutilizzato. Questa nuova corsa all'oro si intensificherà nel futuro, a causa della crescente domanda di cibo, dei cambiamenti climatici, della scarsità d'acqua e dell'incremento della produzione di biocarburanti che sottrae migliaia di ettari alla produzione di cibo". Tutti gli indicatori economici fanno prevedere un'accelerazione della corsa alla terra nei prossimi anni.
L'inviato speciale dell'Onu per il diritto all'alimentazione, Olivier de Schutter, ha avvertito che “La pratica dell'accaparramento delle terre per la produzione di biocarburanti, dei progetti di infrastrutture su vasta scala o altro, minacciano la sicurezza alimentare per centinaia di milioni di persone, mettendo in pericolo i piccoli produttori agricoli. La minaccia dell'accaparramento delle terre ci ricorda l'importanza vitale dell'accesso alla terra per 500 milioni di famiglie nel mondo che non hanno ancora acquisito la sicurezza alimentare”.
L'Italia, di fronte a questo scenario, non appare molto diversa da altri Paesi.
''Nella sottrazione di terre agricole alle comunità rurali, in Africa come in America Latina e in molte aree del pianeta afflitte da una cronica crisi alimentare, ci sono gravi responsabilità di imprese e banche italiane. Siamo pronti a denunciarle e presto lanceremo una campagna con nomi e rispettive responsabilità”. Cosi' Luca Colombo, del Comitato italiano Sovranità alimentare
De Schutter, nel corso della trentasettesima riunione del Committee on World food security, ha dichiarato che “se i Paesi non sono soggetti ad una sorveglianza internazionale e non sono incoraggiati a condividere i rapporti con la loro società civile, una gran parte del valore aggiunto delle direttive sulla gestione delle terre sarà perduto. Gli Stati non hanno niente da temere. Ci sono dei grandi vantaggi da guadagnare adottando le direttive, soprattutto per regolare i conflitti. Questo potrebbe rovesciare la situazione attuale in cui i Pesi corrono verso il basso per attirare gli investimenti, smantellando le protezioni delle quali beneficiano i gestori delle terre. Il costo di un fallimento sarebbe elevato. In assenza di un consenso internazionale, i fondi di investimento avranno campo libero, a detrimento dei piccoli contadini. Investimenti nocivi possono essere impediti unicamente con l'aiuto di regole che proteggano il diritto degli agricoltori, dei pescatori e degli allevatori. Gli Stati devono diffidare dei pericoli della speculazione sulla terra e di una concentrazione troppo elevata della proprietà delle terre. Dobbiamo disfarci dell'illusione che gli investimenti su grande scala siano l'unico modo di sviluppare l'agricoltura e di garantire la soddisfazione della domanda alimentare”.
''Ci aspettiamo che alla fine della settimana gli Stati che partecipano ai negoziati sulla terra approvino delle Linee guida che ci sottraggano dalle mani degli speculatori e che assicurino l'accesso e il controllo sulle risorse naturali, incluse la terra, l'acqua, le riserve di pesca e le foreste, ai piccoli produttori, alle popolazioni locali, alle comunità indigene e ai popoli in conflitto'', ha spiegato Mamadou Ba, portavoce del Conseil National de Concertation et de Cooperation des Ruraux del Senegal.
La Delegazione ha consegnato al presidente del Comitato per la sicurezza alimentare Noel De Luna la Dichiarazione di Dakar: una richiesta di impegni contro il Land Grabbing e per il diritto alla terra lanciata al Forum Sociale Mondiale che si è tenuto in Africa e sottoscritta da oltre 700 organizzazioni di tutto il mondo.
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Vincenzo Lo Scalzo
22 ottobre 2011 ore 00:52Per chi volesse farsene una ragione allargata, un documento edito da IFAD, IIED e FAO ne è una rappresentazione valida.
Si tratta di uno dei temi più complessi e ad elevato fattore d'impatto nello scenario delle finalità e misura di competitività dell'equilibrio delle risorse e delle disponibilità delle stesse per la vita sociale ed economica del pianeta. Chiaramente il tema è collegato ad altri temi critici e ad elevato impatto che sono stati presi in considerazione anche nel DRAFT AA, critici per cercare attraverso dibattiti internazionali una risposta ad una più razionale utilizzazione delle risorse di materia, cibo ed energia del pianeta. E' il tema di Milano EXPO 2015, la cui preparazione è ancora in letargo.
Il documento FAO è soggetto a copyright. Permessi di utilizzazione e divulgazione sono richiedibili al Chief, Electronic Publishing Policy and Support Branch, Communication Division, FAO, Viale delle Terme di Caracalla, 00100 Rome, Italy or by e-mail to copyright@fao.org
© FAO, IIED and IFAD, 2009.
Accesso via Google: http://www.ifad.org/pub/land/land_grab.pdf.
Per copie, contattare IIED. Email: newbooks@iied.org
IIED Order No: 12561IIED
Citare: Cotula, L., Vermeulen, S., Leonard, R. and Keeley, J., 2009, LAND GRAB
OR DEVELOPMENT OPPORTUNITY? AGRICULTURAL INVESTMENT AND
INTERNATIONAL LAND DEALS IN AFRICA, IIED/FAO/IFAD, London/Rome.
ISBN: 978-1-84369-741-1