Italia
Vulcania, alle pendici dell'’Etna il piacere dei vini ruggenti
Tra gli eventi di questa estate, vale la pena riprendere in considerazione il forum internazionale dei vini da suolo vulcanico, che, dopo il comprensorio del Soave e il Vinexpo di Bordeaux, ha visto quest'anno, quale teatro dell'iniziativa, la Sicilia
05 settembre 2009 | Carlo Ravanello, Cinzia Tosetti
Si è concluso con successo il terzo appuntamento di Vulcania, il forum internazionale dedicato ai vini nati da suolo vulcanico, ideato e voluto dal Consorzio Tutela Vini di Soave, che per questo nuovo appuntamento ha scelto la Sicilia, terra vulcanica per definizione.
Dopo i lavori che hanno preso piede nel comprensorio del Soave e dopo la tappa francese in occasione del Vinexpo di Bordeaux, si è nuovamente tornati a parlare di vini nati da suolo vulcanico a Mascali, in provincia di Catania, ai piedi dellâEtna. Si deve alla collaborazione dello storico Comune Etneo e a quella della Provincia Regionale di Catania se si è potuto organizzare un incontro titolato âVitigni vulcanici: il caso Nerello Mascaleseâ, che ha visto la partecipazione di relatori veneti e siciliani che si sono succeduti nel corso del convegno moderato dal giornalista Carlo Ravanello.
Lâoccasione, finalizzata a mettere insieme idee ed esperienze differenti, si è rivolta soprattutto ai giornalisti e ai produttori, ed ha coinvolto qualificati esponenti del mondo della ricerca e delle istituzioni..
Si è valutato infatti, con grande soddisfazione degli organizzatori, che circa la metà dei produttori etnei, coordinati dalla Provincia e seguiti dallâUnione Italiana Vini in un apposito progetto sinergico, ha voluto essere presente per partecipare direttamente allâevento. Non è inoltre mancata una notevole presenza di pubblico selezionato, nella maggior parte composto da operatori di settore: enotecari, ristoratori e albergatori assaggiatori ONAV e di altre qualificate Associazioni.
Attilio Scienza, docente di Viticoltura allâUniversità di Milano, ha fatto un brillante ed approfondito excursus storico e culturale sul concetto stesso di vulcano dallâEpoca Classica fino a quella Moderna, soffermandosi soprattutto sul valore dei simbolismi.
«Nel mondo classico ed in tempi più moderni secondo i dettami del simbolismo â ha evidenziato Scienza - il vulcano aveva per gli uomini un carattere sacro. Era il luogo degli dei, della trascendenza e del mito, un luogo dove si mescolavano paura ed ammirazione. Era il mito del mistero che si manifestava nel fuoco, nel rumore e nel fumo. Per questo gli antichi collocavano nei vulcani, o vicino a fenomeni di vulcanesimo meno evidenti quali le solfatare, sempre avvolte da vapori spesso tossici, eventi dove lâuomo incontrava il soprannaturale».
A queste parole ha fatto seguito un accurato approfondimento proprio sul Nerello Mascalese, quale vino vulcanico autoctono della Sicilia.
Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di Soave, ha affrontato tematiche più tecniche legate al comprensorio del Soave, mettendo in luce gli importanti risultati portati a termine dopo lo studio sulla zonazione viticola, realizzato in stretta sinergie con Veneto Agricoltura.
«Il Soave oggi - ha affermato Lorenzoni â rappresenta un comprensorio importante che da dieci anni a questa parte ha saputo fare dello studio e del progresso nella ricerca scientifica veri e propri strumenti di lavoro, finalizzati ad un costante miglioramento qualitativo, oggi evidente senza ombra di dubbio. Su questo tessuto si è innestato da ultimo, ma non per questo meno importante, il progetto di Vulcania, un forum internazionale dedicato ai vini vulcanici, unâidea nata proprio a Soave, perchè questo comprensorio produttivo, come risultata dai dati emersi, è tra i più significativi per quanto concerne i vini di origine vulcanica, allâinterno dellâintera Europa».
Eâ toccato poi a Giovanni Ponchia, enologo del Consorzio di Soave, entrare nel dettaglio in merito a Vulcania e al progetto denominato âGrandi Cru del Soaveâ. «Quello portato a termine dal Consorzio, è probabilmente uno dei più dettagliati e approfonditi lavori di ricerca che siano mai stati condotti in Italia. Ne è sintesi la Mappa dei Grandi Cru del Soave, uno strumento unico ed innovativo nel suo genere, ad alto contenuto tecnico, ideata per fornire un supporto efficace e preciso per chi voglia capire e muoversi dentro la nostra denominazione. Grazie al lavoro di zonazione viticola sono state individuate le 45 macrozone del Soave e per ciascuna di esse i relativi cru di riferimento con gli specifici parametri che, considerati assieme, determinano il valore e la sostanza di ogni singolo cru di Soave, dalla marcata origine vulcanica.
Con i successivi interventi del Presidente del Consorzio di Tutela Etna DOC, Giuseppe Mannino, e di Salvatore Scilio, rappresentante di una della famiglie produttrici storiche della Montagna, si è avuto un notevole contributo sullo âstato dellâarteâ dei vini etnei e della loro promozione a livello locale, nazionale e internazionale.
Hanno chiuso i lavori due funzionari di Enti â Pietro Leccia dellâU.I.V. e Giuseppe Gumina delle Ente Parco Etna - che, con un capillare e diuturno lavoro esterno, partecipano al miglioramento e alla diffuzione della conoscenza del Nerello Mascalese e di tutti gli altri vini etnei.
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