Italia
Quasi 10.000 giorni di stagionatura: è record per il Parmigiano Reggiano

Aperta una forma di Parmigiano Reggiano dopo dopo 27 anni e 3 mesi di stagionatura. Al palato, questa forma, il cui valore stimato supera i 20.000 euro, si è rivelata equilibrata e perfetta per l’abbinamento con l’Aceto Balsamico Tradizionale Oro
02 giugno 2025 | 12:00 | C. S.
Ha sfiorato i 10.000 giorni di stagionatura: è il Parmigiano Reggiano più antico mai tagliato e ancora edibile. La straordinaria forma, prodotta da Romano Camorani, casaro della Nazionale del Parmigiano Reggiano, è stata “aperta” nei giorni scorsi presso l’Acetaia Razzoli, a Villa Minozzo, dopo 27 anni e 3 mesi di stagionatura. Venne prodotta da Romano con la moglie Silvia nel febbraio del 1998 alla latteria Santa Lucia di Poviglio, allora presieduta dal compianto Angelo Monica. Il 1998 fu l’ultimo anno in cui fu in vigore la lira, Marco Pantani vinceva il Giro d’Italia, nelle sale dei cinema spopolavano Ben-Hur e Salvate il soldato Ryan, presidente della Repubblica era Oscar Luigi Scalfaro.
L'iniziativa ha visto la partecipazione di amici e familiari del casaro casinese, gli interventi del presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, dei sindaci Elio Ivo Sassi (Villa Minozzo), Giuseppe Ruggi (Carpineti), Stefano Costi (Casina), dei presidenti delle latterie dell’Appennino reggiano e modenese dove, 22 anni fa, nasceva la Nazionale del Parmigiano Reggiano, capitanata da Gabriele Arlotti che ha coordinato il momento clou al cospetto del campione olimpico Giuliano Razzoli.
“È la forma di Parmigiano Reggiano più vecchia mai aperta – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano -. Questo è un momento straordinario che dimostra quanto questo prodotto, che nasce da latte, caglio e territorio, possa rimanere strepitoso nel tempo senza l’uso di conservanti. Un autentico gioiello della natura”.
“Il nostro grazie a Romano Camorani – ha commentato Gabriele Arlotti -, uno degli oltre 150 casari della Nazionale del Parmigiano Reggiano, che ad oggi vanta 700 riconoscimenti internazionali. Anche con questa stagionatura il Parmigiano Reggiano dimostra di avere doti uniche e meritatamente di essere il formaggio più conosciuto al mondo, per qualità e anche per capacità di maturare nel tempo”.
“La mia dedica è ai miei famigliari e a mio nipote Filippo – ha affermato Romando Camorani visibilmente emozionato nel tagliare questo straordinario prodotto realizzato nel suo ultimo anno da casaro -. Mi appello ai produttori di oggi per mantenere con perseveranza la tradizionalità del Parmigiano Reggiano che, con orgoglio, rappresentiamo”.
“I miei colleghi sindaci non credevano in questa stagionatura record – ha affermato scherzando Elio Ivo Sassi, sindaco – eppure questa forma dimostra cosa è possibile fare, per noi italiani, con la combinazione vincente tra il saper fare e l’ambiente”.
“Così come l’aceto balsamico tradizionale matura per 30 anni anche il Parmigiano Reggiano dimostra le sue doti di longevità – ha affermato Giuliano Razzoli, campione di sci e presidente del Consorzio Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia -. Una eccellenza in una eccellenza di territorio”.
Al palato, questa forma – il cui valore stimato supera i 20.000 euro – si è rivelata equilibrata e perfetta per l’abbinamento con l’Aceto Balsamico Tradizionale Oro.
Il prossimo obiettivo per i caseifici della Nazionale del Parmigiano Reggiano sarà quello di battere il primato di 28 anni di stagionatura detenuto da un Cheddar americano, tagliato 12 anni fa in Wisconsin. A tal fine è già pronta una forma della Nazionale del Parmigiano Reggiano con 30 anni di stagionatura. Rigorosamente segreto il magazzino di conservazione di questo “gioiello”.
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