Italia

Neanche le banane italiane salvaguardano il reddito degli agricoltori

Neanche le banane italiane salvaguardano il reddito degli agricoltori

L’aumento dei costi di produzione sta travolgendo anche gli operatori di questo settore che, un po’ in tutta Europa, stanno chiedendo un adeguamento dei listini del 20-30%

25 ottobre 2022 | C. S.

La crisi economica sta rimescolando le carte dell’agroalimentare a livello mondiale e il mercato delle banane, il frutto più consumato al mondo, non può non risentirne. Gli operatori del comparto importazione riuniti in Fruitimprese si interrogano sul ruolo che questo importante prodotto può assumere nel nuovo scenario.

La banana è un prodotto dalle caratteristiche organolettiche e di gusto uniche, da sempre considerato una commodity a causa del ridotto prezzo di vendita e della facile reperibilità; non manca mai sulle tavole degli italiani che ne consumano 600.000 tonnellate all’anno, con un quantitativo pro-capite di più di 10 kg (circa 60 frutti a testa). Le banane sono semplici da consumare e rappresentano una ricarica naturale di energia e di importanti minerali come il potassio, tanto da diventare un must per gli sportivi di tutto il mondo.

La banana ha quindi un ruolo insostituibile nella dieta e, per effetto della crisi e del lievitare dei prezzi degli altri prodotti, potrebbe assurgere al ruolo di “frutto rifugio” per tutti coloro che vogliono un prodotto salutare, ma devono fare i conti con un’inflazione in continua ascesa.

Purtroppo, l’aumento dei costi di produzione sta travolgendo anche gli operatori di questo settore che, un po’ in tutta Europa, stanno chiedendo un adeguamento dei listini del 20-30%, un incremento di prezzo che non rappresenterebbe, in ogni caso, un impegno insostenibile per il consumatore, in considerazione del ridotto valore unitario del prodotto.

Le imprese hanno compiuto sforzi enormi finora per restare competitive, la pandemia e la conseguente crisi dei noli hanno messo alla prova chi è rimasto sul mercato ed oggi stanno facendo il possibile per mantenere costanti i prezzi, ma le banane rappresentano uno dei prodotti più energivori, con tempi di maturazione in celle refrigerate ben definiti a causa della veloce deperibilità del frutto.

Ai puri costi produttivi ed a quelli energetici si sommano quelli comuni agli altri prodotti ortofrutticoli come gli imballaggi ed i trasporti, oltre ad alcune difficoltà peculiari della categoria, vedi il rafforzamento costante del dollaro e la riduzione delle produzioni in Paesi come l’Ecuador, non immune dalle conseguenze della crisi.

Il 2023 si presenta quindi come un anno pieno di insidie, anche per uno dei prodotti ortofrutticoli più popolari. Il comparto necessita di una più stretta collaborazione tra gli operatori della filiera perché vi sia la corretta remunerazione di tutti i suoi anelli, dalla produzione fino ad arrivare alla distribuzione.

Occorre intervenire sui prezzi ma anche limitare i costi, razionalizzando gli imballaggi attraverso un minor ricorso al preconfezionato ed al peso egalizzato che rappresentano per gli operatori un importante aggravio di spese. Si tratta di una operazione che sicuramente sarebbe ben compresa ed approvata dal consumatore oggi sempre più attento agli sprechi.

Alle istituzioni che si stanno insediando in questi giorni, gli operatori di Fruitimprese chiedono, oltre ad una riduzione del prezzo dell’energia, un incentivo alla transizione ecologica verso sistemi di conservazione meno energivori, con una conferma degli aiuti per gli investimenti dell’industria 4.0 e l’apertura anche alle imprese del commercio ortofrutticolo della possibilità di attingere ai fondi del parco agrisolare.

Potrebbero interessarti

Italia

I frantoi oleari devono contare di più in Italia e in Europa

Passaggio di consegne tra Elio Menta e Michele Librandi a capo della principale associazione di frantoi oleari italiani. Più di 300 soci che guardano a innovazione, mercato e futuro del settore dell’olivo e dell’olio in Italia

03 luglio 2025 | 15:00

Italia

Quarant'anni di truffe sull'olio di oliva: confiscati solo 1,6 milioni di euro

Al famoso imprenditore oleario di Cerignola sono stati confiscati, dopo il sequestro nel 2024, beni per 1,6 milioni di euro. Ma quanti sono stati i guadagni in quarant'anni di attività illecite sull'olio di oliva?

03 luglio 2025 | 10:00

Italia

In un nuovo dossier sulle filiere di mais e grano le rotte infinite di cereali e pesticidi

I divieti in vigore nell’Ue riguardino anche i Paesi terzi, dove gli interessi industriali ed economici dei colossi dell’agroindustria sacrificano la salute di persone e ambiente

03 luglio 2025 | 09:00

Italia

i 728 mila ettari di vigneti italiani, un primato mondiale

Le opportunità maggiori per valorizzare la grande qualità del vino italiano si rintracciano nella capacità di fare sistema: i finanziamenti unionali rappresentano infatti, la leva e l’amplificazione del concetto di dialogo competitivo

02 luglio 2025 | 11:00

Italia

Il Parco dell'Olivo di Venafro a forte rischio incendi

La mancata manutenzione dei sentieri e delle mulattiere del Parco dell'Olivo di Venafro mette a rischio la possibilità di intervento dei Vigili del Fuoco in caso di incendi

02 luglio 2025 | 10:00

Italia

La gastronomia è felicità e strumento di pace tra i popoli

A Carlo Petrini il Dottorato Honoris Causa in Scienze umanistiche dell'Università di Messina. Il dott. Petrini ha tenuto una Lectio Doctoralis sul tema “Il rapporto tra uomo e natura al centro di un nuovo umanesimo”

02 luglio 2025 | 09:00