Italia

Tanto carbone nero per i peggiori del 2015. Lo zoo di Teatro Naturale ha assegnato anche qualche dolcetto

Tanti nomi noti tra i peggiori dell'anno appena trascorso, illustri esempi del degrado dell'umanità. Per tanti diavoli c'è anche qualche angelo che si nasconde in penombra, lavorando sodo per risalire la china. Gelso e Igino si sono accapigliati per tutte le Feste. Il loro giudizio è inappellabile

08 gennaio 2016 | Gelso Lo Scimmione, Igino Lo Scapigliato

Non si vive di soli Isis, recessione e clima impazzito. Non dico che c'è di peggio ma sicuramente a qualcuno gli effetti di El Nino fanno davvero male.

Se voi umani non la smetterete di darvi tante arie... l'aria diverrà presto irrespirabile su questa povera e disgraziata Terra.

E pensare che dicono che Dio vi abbia dato un cervello. Ecco perchè sono ateo

Gelso Lo Scimmione

 

Stefano Vaccari: è il capo dipartimento ICQRF, la Repressione Frodi. Il testo del decreto legislativo sulle sanzioni in materia di commercializzazione dell'olio extra vergine d'oliva, da lui ispirato se non scritto, è stata definita una “schifezza”. Il rischio depenalizzazione c'è. Quello di incostituzionalità pure. A che gioco giochiamo? Si firma un protocollo d'intesa per fermare il falso made in Italy sul portale cinese Alibaba e poi si dà mano libera ai quaranta ladroni del mondo dell'olio d'oliva? Indifendibile.

Antonio Guario: con l'ingresso sulla scena della magistratura il quadro su Xylella fastidiosa si complica ancora di più. Troppi colpevoli, nessun colpevole? Soluzione semplicistica e all'italiana. Chi ha gestito, quasi fosse un monarca, l'emergenza per due anni? Chi ha pensato di andare in pensione proprio quando la terra sotto i piedi bruciava troppo? L'ex dirigente dell'Osservatorio fitopatologico pugliese ha più responsabilità di quante gliene si contestino. Penali forse, morali sicuramente.

Stephen Kaufer: pochi conoscono questo nome. E' il patron di Tripadvisor, noto portale di recensioni on line di alberghi, ristoranti e altro. Recensioni di esercizi inesistenti. Recensioni pagate. Uno staff di controllo che, per dimensioni, non può controllare alcunchè. Un business miliardario. I soldi non puzzano, certi affari sì però.

Arcangelo Pirrello & Oronzo Milillo: il gatto e la volpe dell'Epap sono stati sconfitti nelle urne. Entrambi trombati dai loro elettori, non senza scia di polemiche per un procedimento elettorale che è la summa della gestione dell'Ente pluricategoriale di assistenza e previdenza degli ultimi anni: approssimazione, dilettantismo, malagestione, danno economico. Non ne sentiremo la mancanza.

Giuseppe Masturzo: niente di personale con il presidente dell'associazione degli imbottigliatori dell'olio. La posizione di Federolio, però, sembra essere: non mollo, mi arrocco. Il mondo va avanti, chiede qualità e trasparenza. Federolio vara standard di qualità che sembra aver ripescato da qualche cassetto, dimenticati lì da una ventina d'anni. Sbianchettata la data, eccoli riproposti come una novità: sempre un passo indietro

Samarco Mineracao Sa: è l'esempio dei danni provocati da un certo capitalismo selvaggio. La joint venture britannico-brasiliana ha sversato migliaia e migliaia di tonnellate di fanghi tossici nel fiume brasiliano Rio Doce. Scuse, offerte di ristoro? No, solo un'ostinata negazione dei fatti. I fanghi non sono tossici, dice l'azienda. Leggendo sui loro siti internet si scopre che gli stesso produttori dichiarano che i composti “are not readily biodegradable and have high toxicity to aquatic organisms“. Senza vergogna.

Paolo Dalcò: patron di foodweb, giornale on line, è il prototipo del giornalista complottista a senso unico. Scrive, a proposito dell'inchiesta del mensile dei consumatori Il Test che ha portato a indagare sette marchi del mondo oleario: “... A questo punto sorge un secondo dubbio: e se questa inchiesta giornalistica e mediatica fosse stata progettata ad arte e pilotata da qualche associazione o da qualche produttore per generare confusione sul mercato e di fatto danneggiare una categoria, quella dell’olio di oliva, che rappresenta uno dei comparti principali dell’industria alimentare italiana?...” Beh, effettivamente, Enrico Cinotti, il giornalista che ha firmato l'inchiesta, potrebbe essere colluso con qualche servizio segreto deviato, oppure con logge massoniche occulte, o magari è un extraterrestre. E pensare che credevo che i giornalisti dovessero stare con i piedi ben piantati per terra...

Bjorn Dela Cruz: vabbè ma qui si esagera. Il donut, la classica ciambella americana, diventa un oggetto di moda. La chef del “Manila Social Club” di Brooklyn l'ha farcita con una crema a base di champagne millesimato Cristal e ricoperta con una foglia d’oro da 24 carati per avere una ciambella extralusso da 100 dollari. Qualche brillante no? Ah già, poteva rimaner incastrato fra i denti.

Per trovare il buono bisogna stare in silenzio. Oggi le anime belle camminano in punta di piedi, quasi a non voler disturbare.

Certo è faticoso portare avanti progetti e idee con la corrente avversa ma con un pizzico di follia e tanta buona volontà si possono ancora ottenere risultati straordinari.

Lo dico sempre ad Alberto, che non mi crede mai: il 2016 sarà l'anno della riscossa. Vedrete. Io ci credo e voi?

Igino lo Scapigliato

 

Patrizia Galeazzo: è un nome ignoto all'opinione pubblica ma se Expo è stato un successo il suo contributo è stato fondamentale. E' stata infatti la responsabile del progetto Expo scuole. Coinvolti centinaia di migliaia di bambini e ragazzi. Fiumi di scolaresche che hanno invaso il sito dell'Esposizione universale. Numeri che hanno rimpinguato le tabelline degli accessi a Expo ma soprattutto che hanno dato un senso di futuro alla manifestazione. Dai giovani sono venuti spunti, riflessioni e idee. Si è riaccesa la passione per l'agroalimentare e questo è un successo. Grazie Patrizia.

Federico Desdemoni: è il direttore del Consorzio aceto balsamico di Modena. Dopo un'inchiesta del 2011 della rivista Test edita dalla Stiftung Warentest, intitolata Bluff aus Modena, bluff da Modena. Falso aceto di Modena sugli scaffali tedeschi? Anzichè inveire contro la testata il Consorzio si è rimboccato le maniche e ha promosso delle cause, in Germania, contro l'uso improprio del nome aceto balsamico, spesso all'origine di confusioni e di taroccamenti vari. Vinte le cause, in Germania l'aceto balsamico sarà solo l'Igp di Modena, occorrerà stringere le maglie dei controlli. L'Italia sa anche rimboccarsi le maniche, non solo lamentarsi.

Pier Maria Saccani: non riesce proprio a star fermo Pier Maria Saccani, già segretario generale dell'Aicig, ovvero l'associazione delle Dop e Igp italiane. Ha ingaggiato una battaglia senza frontiere a difesa delle tipicità italiane ed europee nell'ambito del TTIP, il trattato transatalentico sul libero commercio, ottenendo sponde importanti come quelle di Paolo De Castro e John Clarke, direttore generale DG Agri della Commissione Europea e capo negoziatore per l’agricoltura nell’ambito del TTIP. Dal 1 gennaio si appresta alla sfida di dirigere il Consorzio della mozzarella di bufala Dop. Se non c'è aria di tempesta non c'è gusto. W il coraggio!

Renato Nitti: è un pubblico ministero sempre in prima linea nella procura di Bari. Tutte le bufere giudiziarie e mediatiche che hanno imperversato negli anni sul capoluogo pugliese non l'hanno mai scalfito. Si è sempre occupato dei temi più scottanti. Esperto di diritto dell'ambiente e di criminalità transnazionale, più volte chiamato come relatore ai seminari organizzati dalle Nazioni Unite, si è preso incarico di rimestare un po' nel mondo dell'olio d'oliva. E' dai suoi uffici (Direzione Distrettuale Antimafia) che nasce l'inchiesta DNA che ha scoperto un traffico di 7000 tonnellate di falso extra vergine Made in Italy. Ci aspettiamo novità anche nel 2016

Gaetano Pascale: è il presidente di Slow Food Italia. Esperto di olio d'oliva riesce a comunicare con semplicità concetti apparentemente difficili. A pochi giorni dal crollo delle quotazioni dell'extra vergine, su IlFattoQuotidiano, ha denunciato l'anomalia di un cartello “per abbassare i prezzi anziché alzarli”. Chi soffre di questo cartello? “...le difficoltà commerciali maggiori vengono incontrate soprattutto da chi è più attento alla qualità e alla tutela del paesaggio...” Il cartello non va a beneficio dei consumatori, quindi, che potranno godere di prezzi bassi ma uccide olivicoltori e frantoiani. Una guerra commerciale in piena regola: grandi contro piccini

José Antonio Amérigo: è il presidente della società andalusa dell'oleocantale. Un'associazione che vuole promuovere l'olio extra vergine di qualità dall'alto valore salutistico. Dove? Negli Stati Uniti. Avviato il tour promozionale, presi i contatti commerciali, ha dato vita a un concorso internazionale per trovare il prodotto che gli serve per portarlo sulle tavole degli americani. Remunerandolo adeguatamente ai produttori: 15 euro/kg. Il buono costa e ha il suo spazio di mercato. Una lezione da tenere a mente.

Leonardo Bussoletti: dai volumi al valore. E' il percorso di questo imprenditore che, dopo essere stato imbottigliatore di vino, si è dedicato a fare vino di eccellenza e legato al territorio. Un convertito sulla via di Narni, in provincia di Terni: ''si può fare agricoltura di qualità invece che industria, e io voglio dimostrarlo'' ha detto Bussoletti. In quest'area solo dieci anni fa veniva fatto uno sfuso venduto a un euro al litro, ora le sue etichette partono da 40 dollari sui mercati esteri. E pensare che qualcuno oggi vorrebbe che l'olio umbro costasse come quello pugliese. C'è chi fa un salto in avanti e chi fa salti all'indietro.