Italia
Recuperare i terreni incolti, per legge. E' l'iniziativa della Regione Liguria
Verranno censite e affidate ad agricoltori e allevatori le terre che i proprietari non riscono a coltivare. Nasce così la banca della terra. Nella legge regionale sono previste diverse tipologie di contributi, sino a 500 euro per ettaro
05 marzo 2014 | C. S.
Approvata in Consiglio regionale la legge ligure che istituisce la banca della terra.
Era stata annunciata a settembre del 2012 dall'assessore all'agricoltura Giovanni Barbagallo in occasione della Conferenza regionale dell'agricoltura. «"Con questo provvedimento - ha commentato Barbagallo - vogliamo preservare il territorio attraverso il rilancio delle attività agro-forestali e il sostegno al ruolo di presidio delle aziende agricole».
Si può dunque prevenire il degrado dei terreni a vocazione agricola e il conseguente dissesto che tanti problemi ha causato negli ultimi anni (imponendosi come una vera emergenza del territorio) favorendo la ripresa dell'agricoltura, dell'allevamento e della silvicoltura nelle aree che tradizionalmente sono sempre state sfruttate per queste attività e che gradualmente sono state abbandonate.
Nell'ultimo mezzo secolo la diminuzione della superficie coltivata è stata drammatica: era il 40% del territorio nel 1961, oggi è soltanto l'8%. Aumentata parallelamente la superficie boscosa, dal 44% al 70%.
Il percorso individuato dalla legge è innovativo e destinato a produrre cambiamenti radicali nell'agricoltura ligure attraverso sostanziali semplificazioni delle procedure per l'assegnazione.
Per prima cosa verrà fatto un censimento delle terre incolte e disponibili per il recupero, su segnalazione dei proprietari. I dati catastali di queste aree incrementeranno un database in continuo aggiornamento. I lotti disponibili verranno affidati ad imprenditori agricoli (agricoltori, allevatori, boscaioli) che ne faranno richiesta. Sono previsti contributi fino a 500 euro per ogni ettaro recuperato. Contributi anche per i proprietari forestali che acquisteranno nuovi fondi e a comuni e consorsi per interventi di manutenzione straordinaria.
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