Italia

Diritto di proprietà e libertà d’impresa nella coltivazione dei tartufi

09 febbraio 2011 | C. S.

Tutelare gli agricoltori che operano nelle zone svantaggiate garantendo loro quelle tutele necessarie ad impedire la perdita di reddito derivante da norme che penalizzano i gli agricoltori.

E’ quanto chiedono le associazioni di categoria Confagricoltura, Cia e Copagri che respingono al mittente con forza ogni azione volta non solo a creare ulteriori vincoli burocratici alle imprese ma anche e soprattutto vincoli sui propri prodotti e sul proprio terreno da parte di soggetti terzi.

Una tensione nel comparto dei tartufi riesplosa in occasione della recente udienza conoscitiva Regionale, convocata dalla Commissione Assembleare Territorio e Ambiente su sollecitazione del mondo agricolo per conoscere il parere, degli agricoltori, in merito al Progetto di Legge Regionale sulla disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi.

Confagricoltura, Cia e Copagri, uniche associazioni presenti in rappresentanza del settore agricolo, hanno ribadito il ruolo e gli interessi dei produttori agricoli difendendo le imprese dal tentativo di privilegiare la lobby dei tartuficoltori a scapito di una categoria imprenditoriale che subisce da anni un’invasione di “campo” vedendo non solo disconosciuta la proprietà dei territori e dei prodotti ma, anche e soprattutto, subendo un grave danno economico.

E’ tempo, affermano i rappresentanti delle tre Organizzazioni, di dimostrare con atti concreti la volontà del legislatore di tutelare gli agricoltori e di favorire ed incentivare ogni momento di libero confronto collaborativo tra le parti volto a recuperare dal degrado le aree vocate del nostro territorio e favorire il loro rilancio: oggi si può anche pensare di sostituire nella ricca pianura un frutteto con una tartufaia coltivata, con un probabile vantaggio economico e con un, certamente importantissimo, vantaggio ambientale

Nel rivendicare la proprietà dei tartufi e il diritto di raccolta, le Associazioni degli agricoltori auspicano che il legislatore regionale accolga le richieste di procedure semplificate di riconoscimento e tabellazione delle aree tartuficole private senza porre alcun limite di superficie, rendendosi da subito disponibili a sottoscrivere con le Associazioni dei tartuficoltori specifiche convenzioni per regolare la gestione delle aree tartuficole presenti nelle proprietà private e la conseguente raccolta dei preziosi tuberi.

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