Gastronomia

Il cioccolato alla corte del Barolo Chinato

Golosi abbinamenti per due appuntamenti all'insegna di un vino aromatizzato e da meditazione, digestivo e caldo come il vin brulè

02 marzo 2013 | C. S.

Ritorna a Barolo la manifestazione organizzata dall'Enoteca Regionale del Barolo, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Barolo, che fa incontrare Barolo Chinato e cioccolato in golosi abbinamenti.

Sabato 9 e domenica 10 marzo 2013, per poi proseguire nel week-end di sabato 23 e domenica 24 marzo 2013, il connubio all’insegna del dolce-amaro avverrà a Barolo, ma come tradizione farà tappa anche in altri luoghi in differenti date.

Il pubblico potrà assaggiare e confrontare un ventaglio di versioni differenti di Barolo Chinato e avrà modo di soddisfare le proprie curiosità interagendo direttamente con i produttori o con il personale presente: un’opportunità da non perdere, se si considera la rarità di questo vino aromatizzato, prodotto solo da poche aziende.

I banchi di degustazione, allestiti presso i locali dell’Enoteca Regionale del Barolo, saranno aperti dalle ore 10.00 e proporranno in abbinamento varie tipologie di cioccolato messe a disposizione da alcune tra le migliori case dolciarie piemontesi: Baratti & Milano, F.lli Marolo, Novi e Venchi.

La “degustazione in coppia” sarà promossa anche: contemporaneamente a Torino il 9 e 10 marzo a Palazzo Barolo (via delle Orfane), dove alcuni tra i migliori pasticceri della città offriranno ai visitatori le loro specialità in abbinamento al vino dolceamaro di Barolo, e in “differita” a Cuneo, al Relais Club Venchi (p.zza Europa), quando il 15 ed il 16 marzo si potranno gustare stuzzicanti cene a tema con menu ad hoc ed il 16 ed il 17 marzo sarà possibile accompagnare il Barolo Chinato a squisiti cioccolati e gelati.

Il Barolo Chinato è un vino aromatizzato con una gradazione alcolica tra i 16 e i 17 gradi, utilizzato come “vino da meditazione”, digestivo e caldo come vin brulé. Si ottiene aggiungendo al Barolo Docg zucchero e alcol in cui siano state precedentemente poste a macerare alcune spezie, tra cui la corteccia di china calissaia, il rabarbaro e la radice di genziana.

La ricetta fu messa a punto alla fine del 1800 nelle farmacie Cappellano di Serralunga e Zabaldano di Monforte d’Alba per rendere più gradevole l’assunzione di chinino, necessaria a combattere la malaria. Di lì a poco il prodotto, nato come essenza medicamentosa, cominciò a essere apprezzato nei bar e nelle vermoutherie.

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