Economia
Il difficile mercato del latte. Si punta su programmazione e promozione
Verso l'Organizzazione comune. Interviene il presidente di Unalat Giovanni Rossi: un numero crescente di aziende lattiero-casearie riporta in etichetta il simbolo della mucca italiana per distinguere e valorizzare in modo adeguato la produzione nazionale
31 ottobre 2009 | Giovanni Rossi
La lunga stagione dellâemergenza nel settore del latte ha costretto tutti a riflettere sui problemi che ci sono e sulle soluzioni che possono essere messe in campo, tenuto conto dello scenario politico che si è determinato a livello di Unione europea, dopo lâultima riforma della Pac e lâinizio della discussione sulla struttura e sulla consistenza del bilancio comunitario per il dopo 2013.
Tutti sono dâaccordo nellâindicare la necessità di misure di breve periodo, capaci di contrastare il fenomeno della flessione dei prezzi e di risollevare la fiducia dei produttori che altrimenti potrebbero essere esposti al rischio di un esodo tanto rapido, quanto profondo dal settore.
LâUnione europea ha finora utilizzato gli strumenti a sua disposizione, ma poteva fare certamente di più, magari con interventi straordinari, perché la crisi che stiamo vivendo ha un carattere eccezionale. Lo Stato italiano e le Regioni hanno a disposizione margini di manovra, anche grazie ai nuovi fondi che sono affluiti di recente nei piani di sviluppo rurale.
Sono necessari interventi di immediata efficacia, come da più parti evidenziato, oltre che misure di più ampio respiro, capaci di rimuovere i nodi strutturali, le anomalie e le zone dâombra che si presentano nella filiera e di dare competitività e stabilità al settore.
Oggi molti invocano la programmazione dellâofferta, da ultimo abbiamo registrato la proposta del ministro francese Le Maire che prospetta lâintroduzione di un dispositivo di indicazioni di produzione a livello europeo, da applicarsi volontariamente, dopo la fuoriuscita dal regime delle quote latte.
Altri chiedono una regolazione del mercato e a tale proposito raccomandano allâUnione europea di non smantellare i residui strumenti di sostegno che sono sopravvissuti dallâansia riformatrice degli ultimi 15 anni.
Abbiamo apprezzato lâorientamento favorevole della Commissione europea ad una base legale comune, per governare le relazioni contrattuali tra allevatori e industriali, anche per bilanciare in tal modo lâequilibrio tra la domanda e lâofferta.
Lâesecutivo comunitario propone altresì la lotta alle pratiche anti-competitive nella catena alimentare e intende intervenire direttamente per un equo funzionamento della concorrenza.
Da qui a dicembre prossimo, quando ci sarà la presentazione dellâindagine comunitaria, sulla formazione e sulla ripartizione del valore aggiunto lungo la filiera lattiero-casearia, saranno settimane cruciali, per procedere nella direzione indicata e mettere in campo le prime proposte concrete.
Un aspetto accomuna tutte le proposte che sono state formulate ed è la necessità di una moderna ed efficace organizzazione dei produttori che sappia interpretare il mercato, essere protagonista e fornire alla base associativa strumenti reali e servizi per la programmazione, la commercializzazione e la promozione del prodotto.
Unalat si candida a ricoprire tale strategico ruolo, con la costituzione della Organizzazione Comune (OC), formata nel rispetto della legge nazionale 102/2005 sulla regolazione dei mercati ed a latere farà nascere una società commerciale, come braccio operativo sul mercato e per supportare i soci nella delicata fase della valorizzazione e vendita del prodotto.
LâOC gradualmente subentrerà ad Unalat nelle positive esperienze progettuali di questi ultimi anni, con particolare riferimento al programma per la tracciabilità delle produzioni - sostenuto fortemente dal Ministro Zaia - e al progetto ITALA, oramai un marchio affermato sullâintero territorio nazionale, con un numero sempre crescente di aziende lattiero-casearie che riportano nellâetichetta il simbolo della mucca italiana per distinguere e valorizzare in modo adeguato la produzione nazionale, oltre che nelle attività di promozione sul mercato interno e verso i Paesi terzi
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