Economia
Una Finanziaria 2010 senza agricoltura o quasi
Tanto snella la prossima legge di bilancio licenziata dal Governo da essersi dimenticata del settore primario che così rimarrà senza soldi. A rischio Irap, accise gasolio e Fondo di solidarietà nazionale
03 ottobre 2009 | Graziano Alderighi
Al Ministro Tremonti la querelle sulla legge Finanziaria non è mai piaciuta.
Eâ arrivata a definirla un mercato delle vacche e uno spettacolo ignobile.
Così il Governo ha varato una manovra economica che assomiglia solo vagamente a una manovra finanziaria essendo terribilmente leggera e che prevede solo 3 articoli, qualche tabella e un valore di 3 miliardi di euro.
Per il rinnovo dei contratti pubblici le risorse stanziate ammontano a oltre 3,4 miliardi distribuite per i prossimi tre anni.
Vengono estese fino al 2012 le agevolazioni previste per le ristrutturazioni edilizie e quella per l'acquisto di immobili nei quali sono stati eseguiti interventi di di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia riguardanti l'intero fabbricato (l'alienazione o l'assegnazione dell'immobile deve avvenire entro giugno 2013. La norma prevede anche la stabilizzazione dell'agevolazione (la norma indica 2012 e successivi) che consente l'applicazione dell'aliquota Iva al 10% sui lavori di recupero del patrimonio edilizio realizzati su fabbricati a prevalente destinaziona abitativa privata. La misura avrà un impatto di 324 milioni nel 2012, 743 milioni sia nel 2013 sia nel 2014.
Poco, molto poco, se si considera che solo lâagricoltura ha chiesto aiuti e finanziamenti per più di un miliardo e mezzo di euro, ma nulla di tutto ciò si trova nel provvedimento del Governo.
Le misure richieste dallâagricoltura non parevano né eccessive né particolarmente esose. Tra queste in primis il Fondo di solidarietà nazionale (250 milioni di euro, con portata retroattiva agli anni 2008-2009), la conferma delle agevolazioni contributive per le zone svantaggiate e montane (200 milioni di euro), la riduzione del cuneo fiscale per le aree non agevolate del Centro-Nord (6 milioni di euro), la proroga delle agevolazioni per il gasolio agricolo (48 milioni di euro), lâestensione della âTremonti terâ alle imprese individuali per gli investimenti in macchinari e attrezzature (300 milioni di euro).
Lâunica norma agricola nella Finanziaria 2010 è una âsalva-contiâ sulle pensioni agricole. Viene introdotta una norma che, con una diversa interpretazione, avrebbe potuto provocare un buco di circa 3 miliardi di euro nel primo anno di applicazione e di 270 milioni negli anni successivi. Si tratta di una interpretazione sulla determinazione della retribuzione pensionabile dei lavoratori agricoli a tempo determinato, per evitare che recenti sentenze della Corte di Cassazione possano incidere sui conti pubblici.
Prima di spendere si pensi agli incassi, è questo quanto affermato da Tremonti che ha ribadito come le vere manovre economiche verranno effettuate soltanto tra alcune settimane e mesi con le entrate, depositate presso un fondo gestito da Palazzo Chigi, derivanti dallo scudo fiscale, dal recupero dell'evasione e dall'eventuale gettito fiscale superiore alle previsioni.
Salvo sorprese occorrerà quindi bussare direttamente alla porta di Berlusconi per ottenere soldi da destinare a interventi temporanei e strutturali ma quali siano le priorità è chiaro fin da ora: università e ricerca, cinque per mille, alcune voci sul lavoro, missioni di pace.
Il settore primario appare abbandonato a sé stesso con numerosi provvedimenti, mai stabilizzati, che rischiano di saltare.
Solo per ricordare i più importanti: Irap allâ1,9%, incentivi allâimprenditoria giovanile e sulla riduzione della fiscalizzazione degli oneri contributivi, accise sul gasolio.
Altri provvedimenti, molto attesi dallâagricoltura, erano lâestensione della Tremonti ter sulla defiscalizzazione degli utili reinvestiti per le imprese individuali e la rinegoziazione dei mutui accesi al 31 dicembre 2008.
Nulla è dato sapere sul finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, dimenticato nel 2009 che sembra potrebbe fare la stessa fine anche per il 2010.
Infuriate sono Cia e Confagricoltura.
âConstatiamo con grande rammarico e profonda delusione che le promesse che in questi mesi erano state fatte al mondo agricolo, anche dallo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sono rimaste tali. Si è così proseguito nel disinteresse totale verso i pressanti problemi dellâagricoltura italiana. Il governo ha continuato a ignorare la gravità della profonda crisi che attraversano le imprese. Poco e niente di concreto. Dei tanto auspicati interventi straordinari e urgenti, richiesti più volte, nessuna traccia. E appare molto difficile, visto quello che ha sostenuto il ministro dellâEconomia Giulio Tremonti, che durante lâiter della finanziaria possano essere introdotte misure reali di sostegno allâimprenditoria agricolaâ. à quanto ha sottolineato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi
âVanno inseriti nel dispositivo della Finanziaria 2010 â ha dichiarato Vecchioni â alcuni urgenti provvedimenti di natura fiscale e previdenziale per garantire crescita ed occupazione nelle campagne. Va poi ripristinata â prosegue il presidente di Confagricoltura â la dotazione per finanziare i contratti di filiera. Sono oltre 400 milioni di euro non più disponibili per le aree sottoutilizzate e indispensabili per rilanciare lo sviluppo agricolo e rurale. In totale si tratta di circa 1.200 milioni di euro, la cui copertura può essere garantita dai residui in conto capitale accertati dalla ragioneria generale dello Stato per il Mipaaf al 2009â.
Più laconico e misurato il parere della Coldiretti.
âCon il crollo del 16 per cento dei prezzi medi dei prodotti agricoli e punte del 30 per cento per latte e la frutta ad agosto è impensabile gravare il settore con i costi aggiuntivi che si avrebbero se non venissero garantite le risorse per il finanziamento del fondo di solidarietà nazionale, per la fiscalizzazione degli oneri contributivi per le aree montane e svantaggiate e per le accise sul gasolio.â ha dichiarato Sergio Marini.
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