Economia

Quasi un miliardo di disavanzo per la bilancia commerciale agroalimentare italiana

Quasi un miliardo di disavanzo per la bilancia commerciale agroalimentare italiana

Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani è l'Unione europea che, con 41,9 miliardi di euro nel 2023, assorbe circa il 65% delle nostre esportazioni

05 aprile 2024 | C. S.

Anche se nel quadro di una dinamica meno vivace di quella dei due anni precedenti, successivi alla pandemia, il 2023 si può considerare un anno complessivamente positivo per il commercio agroalimentare italiano. In particolare, le esportazioni mettono a segno un nuovo record oltrepassando 64 miliardi di euro, in crescita del 5,7% rispetto al 2022. L'aumento delle importazioni è stato più contenuto (+5,4%, da 61,7 a poco più di 65 miliardi di euro) e ciò ha determinato un lieve miglioramento del saldo della bilancia commerciale agroalimentare, il cui disavanzo nel 2023 si attesta a 889 milioni di euro, riducendosi di 126 milioni rispetto all'anno precedente.

I principali paesi di destinazione e di provenienza dell'agroalimentare

Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani è l'UE che, con 41,9 miliardi di euro nel 2023, assorbe circa il 65% delle nostre esportazioni. Germania, Francia e Stati Uniti rimangono i partner di maggior rilievo, con i primi due paesi che crescono di più. Tra i primi 20 Paesi di destinazione risultano in controtendenza solo Canada e Repubblica Ceca che tuttavia hanno un ruolo marginale, rappresentando congiuntamente solo il 3,2% delle totali esportazioni nazionali. Si conferma la concentrazione geografica delle nostre esportazioni, con i primi cinque paesi di destinazione che assorbono da soli quasi la metà dei flussi complessivi. L'UE è il principale partner commerciale dell'Italia anche per le importazioni (46 miliardi di euro nel 2023) con una quota del 71%; Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono i principali fornitori, mentre tra i paesi terzi il primo fornitore è il Brasile, anche se le importazioni di provenienza brasiliana si sono ridotte rispetto al 2022.

I principali prodotti esportati e importati

Le esportazioni aumentano per tutti i principali prodotti, con l'unica eccezione dei vini in bottiglia che, dopo il buon risultato del 2022, hanno visto ridurre il valore delle spedizioni a 5,1 miliardi di euro (-2,7%,) nonostante vini spumanti si siano distinti per la crescita (+3,3% in valore). Il vino rimane comunque saldamente al primo posto tra i prodotti esportati con un peso sul totale del 7,9%. Tra gli altri comparti di peso rilevante, le esportazioni dei derivati di cereali aumentano dell'8%, trainate soprattutto dai prodotti della panetteria e pasticceria (+12%) più che dalle paste alimentari (+1,3%); meglio ancora fanno l'ortofrutta fresca (+9,1%) e trasformata (+10,9%), i formaggi e latticini (+11,6%) e l'olio d'oliva (+14%). Le importazioni, in coerenza con il ruolo dell'Italia di paese trasformatore in campo agroalimentare, riguardano in larga parte materie prime non trasformate e prodotti semilavorati. I principali prodotti sono caffè non torrefatto, olio extravergine di oliva, mais, bovini vivi, prosciutti e spalle suine fresche destinate alla trasformazione, frumento tenero, frumento duro. Tra di essi, si segnala la forte crescita di bovini vivi, carni suine e frumento duro. All'opposto, si riducono in valore le importazioni di caffè non torrefatto, mais e frumento tenero.

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