Economia
Il mercato del bio in Germania, Francia, Stati Uniti e Cina: numeri in crescita

Gli Stati Uniti si confermano leader del mercato bio nel mondo, grazie a una quota di 45 miliardi di euro. Al secondo posto due Paesi europei: la Germania e la Francia. La top 10 dei Paesi con la spesa pro-capite più alta è guidata dalla Danimarca, seguita da Svizzera e Lussemburgo
09 aprile 2021 | T N
Il mercato del bio nel mondo è cresciuto in dieci anni del 158%, vendite che sono passate da 41,2 miliardi di euro registrate nel 2010 a 106,4 miliardi di euro nel 2019, secondo Nomisma. In parallelo, nello stesso decennio si è assistito ad un aumento della superficie destinata all’agricoltura bio sul totale, che ha registrato un incremento del 102%.
Numeri significativi che certificano la vitalità di un settore e anticipano quelli che potrebbero essere i margini di crescita del bio a livello globale.
Gli Stati Uniti, con il 42% sul totale delle vendite nel canale retail, si confermano leader del mercato bio nel mondo, grazie a una quota di 45 miliardi di euro. Al secondo posto due Paesi europei: la Germania, con 12 miliardi di euro e la Francia con 11 miliardi di euro. Quarto mercato la Cina (8% del totale), in forte ascesa, seguita dall’Italia (3% del totale). Nel nostro Paese il volume d’affari raggiunge quasi 4 miliardi di euro.
La top 10 dei Paesi con la spesa pro-capite bio più alta è guidata dalla Danimarca, con 344 euro a persona, seguita dalla Svizzera (338 euro), dal Lussemburgo (265 euro), dall’Austria (216 euro) e dalla Svezia (215 euro). Per trovare un Paese extra europeo dobbiamo aspettare l’ottavo posto, occupato dagli Stati Uniti, dove la spesa pro-capite bio ammonta a 136 euro, un dato comunque più che raddoppiato in dieci anni. L’Italia, con una spesa pro capite di 60 euro è fuori dalle prime dieci posizioni, ma segna un incoraggiante +129% negli ultimi dieci anni (2010-2019).
La Germania
Secondo Paese al mondo per import agroalimentare e consumo di prodotti biologici e settimo in Europa per la spesa pro-capite bio, la Germania rappresenta uno dei mercati stranieri più interessanti per il bio made in Italy.
Negli ultimi dieci anni, il reddito medio pro-capite è aumentato da 22.603 euro ad oltre 25 mila euro, determinando una sensibile crescita dei consumi. il food & beverage rappresenta la seconda categoria di spesa più rilevante sul budget familiare (16% sulla spesa di ciascun consumatore ) con ben 144 euro destinati al segmento bio. Un incremento del 96% rispetto al 2010, quando la spesa pro-capite per prodotti biologici era poco più della metà (73,6 euro), che conferma un trend in ascesa e che vede quasi un consumatore tedesco su due acquistare sempre o spesso prodotti bio (49% di frequent user).
Ma su quali prodotti alimentari biologici si sono orientate le preferenze dei consumatori tedeschi nel 2019? Frutta e verdura (66% ha acquistato in maniera frequente questa categoria nel 2019), uova (66%), patate (56%), prodotti lattiero-caseari (51%), pane (42%) e carne (41%), acquistati prevalentemente al supermercato (88%), al discount (72%), in panetteria (64%) e al mercato (61%).
Per sostenere questa domanda sono aumentati in dieci anni sia gli ettari destinati alle superfici bio (+63%) sia gli operatori del settore biologico (+54%).
La Francia
Al terzo posto nella graduatoria mondiale dell’import agroalimentare e dei consumi di prodotti biologici, subito dietro la Germania, troviamo la Francia, mercato che non può essere trascurato per incrementare le esportazioni italiane.
L’aumento del reddito pro-capite francese, più contenuto rispetto a quello tedesco, è salito in dieci anni da 22.217 euro a 22.734 euro e ha accelerato i consumi, arrivati nel 2019 a 19.601 euro a persona. Di questi, il 19% riguarda il food & beverage, con 174 euro destinati al biologico, ovvero +233% rispetto al 2010.
Un vero e proprio boom, con l’89% della popolazione francese che ha consumato prodotti bio almeno una volta nel 2019 e una quota significativa di frequent user che acquistano sempre o spesso prodotti biologici (47%). Nella top ten delle scelte, al primo posto frutta e legumi (80% degli users bio li ha acquistati almeno una volta), seguiti da latticini e derivati (71%), uova (65%), olio, pasta e riso (52%) e bevande (47%), acquistati soprattutto negli iper/supermercati (77%), al mercato (27%) e nei negozi bio (24%), prevalentemente per ragioni di salute (nel 30% dei casi) o per il gusto/qualità del prodotto (15%). Notevole in dieci anni sia la crescita della superficie bio (+165%) sia l’aumento del numero di operatori nel settore (+138%).
Stati Uniti e Cina
Stati Uniti e Cina sono mercati trainanti dell’export nonché due scenari estremamente promettenti per il bio Made in Italy. Questo è emerso dai risultati dell’analisi condotta da Nomisma e illustrata nell’ambito delle dirette streaming dedicate al progetto ITA.BIO.
Primo Paese al mondo per import agroalimentare e consumo di prodotti biologici con il 42% delle vendite mondiali nel 2019, gli USA vantano 5 miliardi di euro di importazioni di prodotti Food & Beverage italiani nel 2020 e rappresentano il secondo mercato di destinazione del nostro agroalimentare, con ampie prospettive di crescita secondo il 29% delle imprese italiane bio esportatrici.
In Cina il biologico rappresenta un plus stimolante per il consumatore, con una accelerazione delle vendite che nel 2019 hanno raggiunto 8,5 miliardi di euro: un balzo del 70% rispetto al 2015 che ha permesso al Paese di diventare il quarto mercato per vendite bio, con l’8% delle vendite realizzate a livello mondiale e una prospettiva di crescita nel lungo periodo che non ha risentito della crisi sanitaria del 2020.
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