Economia
CON BASILEA 2 CAMBIA L’ACCESSO AL CREDITO. TASSI E CONDIZIONI BANCARIE VERRANNO STABILITI SULLA BASE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA, FINANZIARIA E PATRIMONIALE DELL’AZIENDA
Si spersonalizza il rapporto con la banca a tutto vantaggio di una maggiore equità. Sono infatti introdotte regole certe e metodologie inderogabili. Saranno i numeri e la conseguente classificazione dell’impresa a definirne l’affidabilità. A un coefficiente di rischio più elevato corrisponderà un tasso più elevato
21 gennaio 2006 | Ernesto Vania
Cosâè Basilea 2?
Il Secondo Accordo di Basilea, che diventerà integralmente operativo a partire dal 1 gennaio 2007, è un trattato che sancisce la regolamentazione necessaria per garantire la stabilità delle banche dei Paesi del Gruppo dei 10 (G10) e che indirizza ulteriormente le politiche Bancarie in ambito di stabilità patrimoniale.
In base ad esso le banche dei paesi aderenti dovranno accantonare quote di capitale proporzionali al rischio derivante dai vari rapporti di credito assunti, valutato attraverso lo strumento del rating.
Il rating e la probabilità di insolvenza
Al termine rating associamo normalmente le agenzie internazionali come Moodyâs, Standard & Poorâs o Fitch IBCA, quando danno il voto sullâaffidabilità finanziaria dellâItalia, o sulle emissioni di bond dei Paesi emergenti, oppure quando valutano banche o grandi imprese quotate.
In realtà se sostituiamo al pomposo termine rating lâitaliano valutazione, comprendiamo come si tratti di un giudizio econometrico della banca sullâazienda. In particolare lâistituto di credito, attraverso parametri e strumenti certi, oggettivi e univoci, stabiliti da Basilea 2, valuterà la possibilità di insolvenza di un debitore.
Ad ogni intervallo di probabilità di insolvenza è assegnata una classe di rating.
âLa filosofia di Basilea 2 è in realtà molto semplice â ci dichiara Marini Jonni, dottore commercialista ed esperto di diritto societario e finanziario - Sono state introdotte regole certe di valutazione dellâazienda, dando così una maggiore importanza, per lâaccesso al credito, alla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dellâimpresa. Avrà sempre meno importanza il rapporto personale o privilegiato col direttore e di più i numeri. Per le aziende che rispettano i parametri di Basilea 2 è un passo in avanti, una burocratizzazione, vengono eliminate alcune difficoltà formali.â
Unâopportunità e un rischio
I problemi che possono derivare per le piccole e medie imprese dall'introduzione del Basilea 2 sono evidenziati da una ricerca che Unioncamere ha condotto su un campione di 7.860 piccole e medie imprese italiane. La simulazione prevedeva l'esame dei bilanci del campione di riferimento con l'applicazione di alcuni indicatori di tipo economico-patrimoniale. Per la definizione del rating poi sono stati applicati i parametri e le metodologie utilizzate da Moody's (una delle principali agenzie di rating) per l'elaborazione dei giudizi.
Il risultato è stato che il 65% delle imprese si colloca sulle 4 classi di rating critiche (BBB-, BB+, BB, BB-), il 17,5% avrebbe rating più positivi come BBB e BBB+, meno dell'1% ricadrebbe nella classe A, mentre il resto (il 16%) finirebbe in classi peggiori che vanno da B a CCC rischiando quindi di non essere presa in considerazione dal sistema bancario.
Il rating interno
âSe escludiamo le grandi aziende, che potranno venire certificate dai grandi organismi internazionali di rating, tutte le altre dovranno confrontarsi col âranting internoâ â continua Marini Jonni â La banca valuterà i requisiti e le condizioni di trasparenza della situazione economica e patrimoniale dellâazienda. Normalmente lo strumento principe per una valutazione simile è il bilancio. Non vi sarà , però, nessuna discriminazione tra le società di capitali e le società di persone o le ditte individuali. Gli elementi che interessano alla banca possono essere estrapolati tanto da un bilancio riclassificato secondo il quarto capitolo Ce quanto da altre tipologie di documentazione.
I sei parametri che influiranno sulla valutazione finale sono: capacità di autofinanziamento netto (intesa come disponibilità finanziaria propria dellâimprenditore), valutazione del patrimonio netto tangibile (beni immobili al netto dei fondi di ammortamento), valutazione della gestione del circolante (capacità dellâazienda a mantenere i conti in attivo), incidenza e valutazione degli interessi passivi, analisi e composizione del margine operativo lordo (analisi dei ricavi e dei costi aziendali al lordo delle imposte, degli ammortamentiâ¦), valutazione del posizionamento settoriale nei confronti dei dati statistici di categoria (andamento del mercato e posizionamento aziendale nel mercato del comparto di appartenenza). La valutazione finale e relativa classe di rating verrà stabilita sulla base del punteggio e della ponderazione di ogni singolo elemento. Le classi di rating stabilite da Basilea 2 sono cinque a cui corrispondono condizioni bancarie e tassi più o meno agevolati. A una classe di rischio più elevata corrisponderanno quindi tassi più alti.â
Le piccole imprese dovranno quindi imparare a comunicarle con maggior chiarezza e tempestività i propri indicatori di redditività , liquidità e solidità patrimoniale per evitare così di finire confinate nelle classi di rating peggiori.
Regole certe ed eque ma flessibili
Per giungere dai parametri e dai metri di valutazione descritti alla classe di rating esistono in realtà diverse equazioni, rivolte a tipologie di clientela diversa; in generale, il sistema adottato sarà tanto più raffinato e flessibile quanto più le dimensioni dell'operazione da valutare giustificheranno l'investimento in un modello sofisticato e costoso.
E' dunque verosimile che, per valutare i prestiti a privati e a piccolissime imprese, molte banche si orientino verso sistemi prevalentemente automatici, capaci di emettere un giudizio di massima ponderando alcuni indici di bilancio e comportamentali. Per le imprese medio-grandi, invece, il sistema di rating lascerà ampio spazio agli aspetti qualitativi della relazione all'interno di una procedura di analisi rigorosa e standardizzata.
Potrebbero interessarti
Economia
Aumenta la domanda di arance e agrumi
Il mercato ortofrutticolo continua a registrare volumi di vendita inferiori alla norma, ma gli operatori prevedono una ripresa nelle prossime settimane, trainata dall'arrivo delle festività natalizie e dal progressivo abbassamento delle temperature
08 dicembre 2025 | 16:00
Economia
Prezzi dell’olio di oliva al 5 dicembre: produzione in ritardo e prezzi instabili
In quasi tutto il bacino del Mediterraneo la raccolta delle olive procede con rallentamenti e ritardi. L’olio extravergine di oliva spagnolo scende di nuovo a 4,5 euro/kg mentre salgono le quotazioni di vergine e lampante. Tensione in Portogallo
05 dicembre 2025 | 14:00
Economia
L'agroalimentare italiano alla prova dei dazi USA: ecco cosa accadrà
Sulla base dell'accordo Usa/UE del luglio 2025 il settore agroalimentare, gravato da un dazio addizionale medio ponderato del 12,9%, risulta meno colpito rispetto a quello di altri Paesi, ma relativamente più penalizzato rispetto a comparti industriali sensibili
05 dicembre 2025 | 13:30
Economia
La Tunisia scavalca l'Italia come fornitore d'olio di oliva del mondo
Nel periodo da ottobre 2024 a agosto 2025 l'export complessivo di olio di oliva dalla Tunisia è stato di 226 mila tonnellate, a un'incollatura dalle 238 mila tonnellate della Spagna. Ben distante l'Italia che si è fermata a poco più di 170 mila tonnellate
03 dicembre 2025 | 14:00
Economia
Nel 2025 l’export agroalimentare italiano continua a correre
Negli USA gli acquisti di prodotti italiani sono aumentati del 66% tra il 2019 e il 2024 e oggi l’Italia è il terzo fornitore di prodotti food&agroalimentari, ma sullo sviluppo futuro pesano i dazi. Lo sviluppo di Messico, Polonia Romania e Corea del Sud
02 dicembre 2025 | 15:00
Economia
Il prezzo dell'olio di oliva italiano al 2 dicembre: l'extravergine di qualità oltre gli 8 euro/kg
Nonostante qualche pressione a Bari, con il minimo sceso di 20 centesimi, si evidenzia l'assoluta stabilità di tutte le altre piazze olivicole nazionali. Benissimo in particolare la Sicilia che mantiene quotazioni oltre i 9 euro/kg
02 dicembre 2025 | 14:20