Cultura

CARLO VIDUA, L'INTELLETTUALE ANTICONFORMISTA

Una appassionata ricerca sulla vita e sui viaggi del conte di Conzano, affascinante viaggiatore piemontese, più conosciuto e studiato all’estero che non in Italia. Una iniziativa delle Edzioni Angolo Manzoni da non perdere

26 giugno 2004 | Massimo Rondi

Ciò che ho appreso di Vidua mi è piaciuto quasi tutto (meno il fatto che sparasse agli uccelli dal suo letto, al Cairo).

Intellettuale sfaccettato e anticonformista, come l’ha definito Giovanni Tesio, Carlo Vidua si è lasciato intervistare – lunedì 21 giugno al Centro Studi Piemontesi - dalla sua biografa. Marisa Bonisoli, anzi: Marisa Viaggi Bonisoli, nomen omen.

"Non mi feci pregare", disse il conte di Conzano, "per visitare la Quinta Parte del mondo" ossia l’Oceania. Ma questo viaggiatore e pensatore, in realtà, aveva visitato anche le altre quattro. Perché?

Per sfuggire alla vita fatua della natia provincia, ai progetti del padre che non lo capiva: "Che bisogno c’è di viaggiare?" diceva al figlio, ma questi replicava:"Tutto non si fa per necessità".

Voleva la libertà, Carlo: "l’esigenza d’un naturale fatto apposta per me". Perciò non si sposò, per rispetto dei doveri verso una moglie, inconciliabili con una vita errabonda.

Romantico atipico, il conte di Conzano non viaggiava tanto vedere, quanto per sentire e per capire. In tal senso il suo viaggio nell’America appena uscita dalla Guerra d’Indipendenza, assai conscia della sua rottura con la vecchia Europa, rappresentò per lui una svolta, politica e storica, oltre che esistenziale.

"Il mio scopo è vedere le principali cose" e fermarsi a quelle rare e sconosciute, indagarne le cause, raccogliere materiali al fine di fare più vasti paragoni. Vidua comprese la portata della Rivoluzione Americana e la velleità di quella greca, osservò l’infanzia della Nuova Olanda, il formarsi di "una colonia tutta di razza europea". Predisse anche il futuro del Museo Egizio di Torino, neppur nato, anzi, nascituro grazie a lui.

Al termine dell’incontro, Silvio Curto ha ricordato l’importanza del Vidua egittologo, epigrafista e geografo. Ha ricordato anche l’episodio che mi è piaciuto di meno, ma si sa, nessuno è perfetto.

(Qualcuno che mi conosce assai bene sostiene che il mio cognome è in realtà Rondinella, Massimo il vero nome che mio padre mi regalò per dare lustro al casato. Beata fantasia! Sono tempi duri per i rondoni, per le rondini, figuriamoci per le rondinelle. Povere rondinelle, che vanno a svernare in Egitto.)




Carlo Vidua, primo tomo: Narrazione viaggio alla nuova Guinea, (1830); secondo tomo: Una vita ricreata, a cura di Marisa Viaggi Bonisoli; Edizioni Angolo Manzoni, collana "Le radici"; Torino; link esterno; info@angolo-manzoni.it

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