Cultura

ESERCIZI DI SCRITTURA UMANA E RIBELLE, QUINDI DIVINA

La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni, un libro di Giampietro Scalia per le Edizioni Angolo Manzoni

09 aprile 2005 | Massimo Rondi

Esercizi di scrittura umana e ribelle, quindi divina. Martedì 12 aprile alle ore 20.45 avrà luogo la presentazione de La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni di Giampietro Scalia, edito da Edizioni Angolo Manzoni. L'incontro si terrà presso il Circolo Ufficiali, via Romagnosi 41, a Piacenza.

Coreografie felliniane racconteranno la musica e la magia della Piazza Viaggiante, attendendo il nuovo libro di Scalia, in cui la magia è senza musica…

INTANTO… I manifesti de "Il Male. Esercizi di pittura crudele" sanguinano sulla strada, sotto una pioggerella che viene dall’autunno. Oggi che interrogarsi sul senso della vita sembra ineluttabile, mi è piaciuto prendere tra le mani – e leggere - un piccolo gioiello che racconta di vita e di guerra, e che ho avuto la fortuna di conoscere prima che vedesse la pubblicazione: La Strega e il Condottiero di Gianpietro Scalia.

Bene non seppi, scrive Eugenio Montale e schiude un’immagine di rarefatta bellezza, la divina indifferenza di un mereggiare più sonnolento che assorto, ma immobile, come ingannevolmente appare il falco. Un attimo, poi il falco si tuffa in picchiata, e la vita ritorna a essere una storia piena di rumore e di furia.

Eppure non è divina l’indifferenza per Gianpietro Scalia (La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni, Edizioni Angolo Manzoni 2004; La Strega e il Condottiero, Edizioni Angolo Manzoni 2005). In una realtà sempre più indifferente, si arrabbia Scalia, oppure sogna. Se proprio vogliamo, è la vita a essere divina, nonostante tutto.

È strano che, leggendo i due romanzi di Scalia, senza volerlo mi siano venute alla mente due citazioni di Shakespeare. Non a caso, dico. Tutte e due di Macbeth. Non a caso.

Davvero la vita non è altro che "una storia narrata da un idiota, piena di rumore e di furia, ma che non significa nulla?" ho riflettuto, mentre l’orologio del campanile si fermava e riprendeva a funzionare e tutta la realtà che si era arrestata sulla soglia della Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni si abbatteva sulla protagonista Luna come un’onda alto levata.

Una storia, in questo caso una favola, anzi, una fiaba, con fate, marzapane e magie, ma nessun lieto fine, in apparenza: vissero felici e contenti. Gianpietro Scalia, medico ospedaliero specializzato in anestesia, rianimazione e terapia del dolore, deve saperlo, se davvero la vita non significa nulla.

A ognuno è assegnato un destino, chi può dire che cinque minuti di felicità abbiano una grana meno preziosa che una vita intera? Forse che un moscerino è meno vivo di un elefante o una viola di una quercia?

…un orgoglioso senso d’infinita sopravvivenza. Ma quanto sangue ha l’uomo, quanta crudeltà e quanta sofferenza, quanto amore – definitivo, perché eterno non basta, né alla Strega né al Condottiero... "Non pensavo che il vecchio avesse tanto sangue", Lady Macbeth non riesce a toglierlo dalle sue mani. Tuttavia Lady Macbeth non sa nulla dell’amore, né della morte e della vita.

Macbeth mi è sembrato sempre il dramma Shakespeariano più arcaico, più vicino all’origine stessa della tragedia: ha scena in un cupo mondo di ombre, di foreste abitate da streghe (tre, come le Parche o le Eumenidi), di crudeli regine. Non c’è redenzione in Macbeth, solo catarsi, ipse dixit. Aristotele, oltre duemila anni prima di Moreno aveva suggerito che ogni dramma può essere uno psicodramma:

In ricordo del Professor Mordelli

Primario de La Clinica Psichiatrica

dei Sogni e delle Illusioni.

Certo, Scalia, come Shakespeare, è terribile, ma, lasciatemi dire, terribilmente bello. Non capita quasi più in città, d’estate, di essere sorpresi da un cielo sereno, sgombro di nubi, tanto azzurro da sembrare cupo. Tuttavia, se ciò avviene, si può essere afferrati da una sorta di terrore, il fascino tremendo e augusto del divino, del sacro, del numinoso… I cieli di Scalia sono più facilmente, elettivamente, tempestosi, rossi come la guerra, ma il fascino è parimenti tremendo e augusto.

Esercizi di scrittura umana e ribelle, quindi divina.

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