Ambiente

L’IRRESISTIBILE MAGIA DEL MARE TRA BALENE E DELFINI

L’idea di trascorrere del tempo alla scoperta delle meraviglie del Mediterraneo, anziché puntare a una delle solite estati senza senso, può diventare un’occasione per apprezzare tesori mai sufficientemente valorizzati. Ecco le proposte dell’Istituto Tethys

22 maggio 2004 | C. S.

Sì, è proprio il caso di pensare a una vacanza intelligente, fra scienza e mare, alla scoperta di balene e delfini del Mediterraneo. Anche quest'anno infatti, da giugno a ottobre, l'Istituto Tethys organizza dei campi di ricerca sui cetacei del Mediterraneo. Affiancare i biologi è una esperienza unica che permette a chiunque di osservare tali misteriosi animali marini nel proprio ambiente naturale, contribuendo in prima persona alla loro salvaguardia.

Balenottera vista dall'alto

I partecipanti ai corsi potranno sperimentare dal vivo l'esperienza di ricerca sul campo, andando dunque in mare e contribuendo così alla raccolta dei dati scientifici. Le attività saranno affiancate da lezioni sulla biologia e l'ecologia dei cetacei. Le ricerche si svolgeranno nel Santuario dei Cetacei del Mar Ligure e nelle acque circostanti l'isola di Kalamos nella Grecia Ionica. Un terzo campo in collaborazione con Delphis, invece, avrà luogo a Ischia.

Fondato, per chi ancora non lo conoscesse, nel 1986, l’Istituto Tethys è un ente non-profit finalizzato alla tutela dell'ambiente marino. Tethys è stata in particolare la prima organizzazione a proporre la creazione del “santuario dei cetacei”, un'area marina che oggi costituisce la prima zona protetta al mondo in acque internazionali. Recentemente le ricerche di Tethys hanno portato all'inclusione anche del delfino comune del Mediterraneo nella celebre lista rossa delle specie in pericolo, pubblicata dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn).

Nel Santuario sono presenti ben otto specie di cetacei, fra cui il maestoso capodoglio, il globicefalo, il grampo, moltissime stenelle striate e anche il secondo animale più grande al mondo, la balenottera comune. I partecipanti aiuteranno a raccogliere dati sulla distribuzione, l'ecologia e il comportamento di questi animali. I dati servono a monitorare l'andamento delle popolazioni di cetacei e a capire quali siano le loro esigenze, al fine di poterli proteggere. I campi di ricerca si svolgeranno a bordo di "Gemini Lab", un ketch in acciaio di 19 metri.

Nello stupendo arcipelago dell'isola di Kalamos, piccola isola greca non raggiunta dal turismo di massa, è ancora possibile ammirare i tursiopi e i rari delfini comuni. I dati raccolti serviranno a capire perché i delfini comuni stiano scomparendo in gran parte del Mediterraneo e cosa si dovrà fare per assicurare la loro sopravvivenza in futuro. I partecipanti alloggeranno in una caratteristica casa locale in mezzo al verde, e le escursioni giornaliere verranno effettuate a bordo di un grande e comodo gommone a chiglia rigida.

A Ischia i campi di ricerca si svolgono a bordo del veliero "Jean Gab", disegnato dal prestigio architetto navale André Mauric. La ricerca, effettuata mediante osservazioni visive, foto-identificazione e registrazioni acustiche, riguarderà specie di cetacei fra cui la balenottera comune, il capodoglio, la stenella striata e il delfino comune.


Un lodevole impegno a difesa dei delfini
L’Istituto Tethys coordina, dunque, anche il progetto di tutela dei delfini. Lo fa in modo da coinvolgere anche i semplici curiosi, invitando a partecipare tutti in prima persona

Molto diffusi in tutto il Mediterraneo fino agli anni Sessanta del Novecento, i delfini comuni (Delphinus delphis) sono oggi scomparsi quasi completamente dalla maggior parte delle zone. La causa principale è dovuta soprattutto della ridotta disponibilità di prede provocata dal sovrasfruttamento della risorsa ittica e dal degrado dell’habitat causato dall’uomo. E’ per tale motivo che l’Istituto Tethys - organismo che da oltre dieci anni studia questa specie - ha spinto l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn) a includere, dall’ottobre scorso, il delfino comune del Mediterraneo nella Red List delle specie in pericolo di estinzione, a conferma di quanto sia appunto necessario ricorrere a un’immediata messa in pratica di alcune misure di tutela per impedirne la definitiva scomparsa dalle nostre acque.

Madre di delfino comune con piccolo

Proprio a tale scopo Accobams (l’Accordo per la Conservazione dei Cetacei del mar Nero, mar Mediterraneo e contigua zona Atlantica), stipulato dal programma per l’ambiente delle Nazioni Unite in collaborazione con Wdcs (Società Internazionale per la tutela dei delfini e delle balene) e Asms OceanCare (Associazione svizzera per la tutela dei mammiferi marini), ha promosso un “Progetto per la Tutela dei Delfini Comuni del Mediterraneo”, che sarà coordinato dall’Istituto Tethys. Il piano d’azione, biennale, prevede, oltre un continuo monitoraggio dei gruppi, una riduzione dello sforzo di pesca, un’adeguata gestione delle risorse ittiche nelle aree chiave dell’areale Mediterraneo del delfino comune e azioni volte a proteggere alcuni habitat critici.

Come partecipare
Partecipare attivamente e in prima persona alla salvaguardia del delfino comune del Mediterraneo è possibile. Come? Partecipando alle campagne di ricerca dell’Istituto Tethys che da giugno a ottobre, dà a tutti, esperti e non, la possibilità di affiancare i biologi nella ricerca, osservare i cetacei nel loro ambiente naturale e contribuire alla raccolta dei dati necessari per implementare le importanti misure di protezione per questi animali.
Senza un continuo monitoraggio e studio delle popolazioni di delfini e balene del Mediterraneo altre specie, oltre il delfino comune, potrebbero, infatti, essere minacciate e vedere le proprie popolazioni diminuire drasticamente.

Ricercatori e volontari al lavoro in mare

Il campi durano 6 giorni in Italia e 9 giorni in Grecia.
Il costo varia da 580 a 900 Euro, a seconda del periodo scelto e della località, e include vitto e alloggio. Le attività saranno integrate da lezioni sulla biologia e l’ecologia dei cetacei e per gli studenti universitari l’esperienza potrà valere come credito formativo.

Tutte le informazioni sono disponibili telefonando allo 0258314889 o via internet:
link esterno - tethys@tethys.org


Fonte: Annalisa Bianchessi

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