Ambiente

Contro i cambiamenti climatici tutto rinviato a dicembre

I Paesi dell’Est europeo hanno trovato nell’Italia un importante alleato. L’adozione del pacchetto clima slitta di qualche mese, non senza polemiche, per consentire una ricognizione sul rapporto costi-benefici

18 ottobre 2008 | Ernesto Vania

Secondo il ministro Prestigiacomo l’adozione del pacchetto clima potrebbe costare alle imprese italiane 25 miliardi di euro, una cifra contestata dal Commissario Ue che pur non sbilanciandosi sui numeri dice che sarebbe molto meno.
Controbatte il Ministro Prestigiacomo, i dati sull’impatto dell’adozione del pacchetto clima le abbiamo avuto proprio da voi.

Un battibecco apparentemente sterile se non fosse che proprio sulle cifre si gioca il futuro delle misure che l’Ue adotterà per contrastare il cambiamento climatico.

Nell'ultima versione delle conclusioni del vertice Ue, il Consiglio dà mandato "alla Presidenza e alla Commissione di organizzare un intenso lavoro nelle prossime settimane allo scopo di trovare risposte appropriate alla sfida di applicazione del pacchetto, in modo tale da tener conto rigorosamente dei costi-benefici per tutti i settori della economia europea e di tutti gli Stati membri, avendo riguardo per la specifica situazione di ogni Stato membro".

La nuova frase aggiunta nelle conclusioni rappresenta un'apertura all'Italia, che ha chiesto una valutazione di impatto sui costi, ma anche alla Polonia e ad altri otto Paesi dell'est che hanno chiesto di tenere conto delle "specificità dei singoli Paesi" nell'applicazione delle misure.
L'Italia aveva minacciato il veto e anche la Polonia aveva detto di essere pronta a non votare la parte delle conclusioni del consiglio sul cambio climatico se non ci fossero state aperture.

Il pacchetto clima punta ad applicare le decisioni assunte all'unanimità dai 27 nel marzo dello scorso anno e che prevedono, entro il 2020, una riduzione del 20% di emissioni di gas nocivi rispetto ai livelli del 1990, un aumento del 20% di consumi da energie rinnovabili e un incremento del 20% dell'efficienza energetica.

Il Commissario Ue Dimas, nel frattempo, annuncia dati positivi sul rispetto del protocollo di Kyoto da parte dell’Europa.

L’Ue e gran parte degli Stati membri sono sulla buona strada per quanto riguarda il rispetto degli impegni assunti a Kyoto di ridurre o limitare le emissioni di gas serra: questo è quanto emerge dalla relazione annuale della Commissione sui progressi realizzati in questo campo.
Dalle ultime proiezioni degli Stati membri risulta che l’Ue-15 riuscirà a conseguire l’obiettivo di riduzione dell’8% grazie alle politiche e misure già adottate, all’acquisto di crediti di emissione derivanti da progetti realizzati in paesi terzi e alle attività silvicole in grado di assorbire il carbonio dall’atmosfera. Altre misure attualmente all’esame in alcuni Stati membri dovrebbero contribuire a ridurre le emissioni di un altro 3,3% e permettere così all’Ue-15 di ottenere risultati migliori rispetto agli obiettivi fissati.

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