Ambiente
Ondate di caldo estremo e fame: ecco cosa ci aspetta entro il 2050
Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'Onu lancia un nuovo allarme. Anche in Europa il numero di persone ad alto rischio di mortalità triplicherà se si dovessero raggiungere i tre gradi Celsius di riscaldamento
23 giugno 2021 | T N
Carenza d’acqua, esodo, malnutrizione, estinzione delle specie: la vita sulla Terra come la conosciamo sarà inevitabilmente trasformata dal cambiamento climatico entro il 2050. E’ quanto afferma una bozza del rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) dell’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu). Un riscaldamento globale al di sopra della soglia fissata dall’accordo di Parigi sul clima avrebbe “impatti irreversibili sui sistemi umani”: se si raggiungeranno i +2 gradi centigradi anziché +1,5, circa 420 milioni di persone in più sulla Terra dovranno affrontare “ondate di caldo estremo” e fino a 80 milioni di persone in più nel mondo potrebbero essere minacciate dalla fame.
Entro il 2080, centinaia di milioni di abitanti delle città dell'Africa subsahariana e dell'Asia meridionale e sudorientale potrebbero dover affrontare più di 30 giorni di caldo estremo ogni anno. In Africa le inondazioni potrebbero costringere 2,7 milioni di persone all'anno in media in Africa. Senza tagli alle emissioni, oltre 85 milioni di persone potrebbero essere costrette a lasciare le loro case nell'Africa sub-sahariana a causa degli impatti indotti dal clima entro il 2050. Anche in Europa il numero di persone ad alto rischio di mortalità triplicherà se si dovessero raggiungere i tre gradi Celsius di riscaldamento rispetto a 1,5 gradi.
"La vita sulla terra può riprendersi dai grandi cambiamenti climatici evolvendosi in nuove specie e creando nuovi ecosistemi", osserva l'IPCC, "ma l'umanità non può". Il rapporto di valutazione di 4.000 pagine, molto più allarmistico del precedente del 2014, mira a indirizzare le prossime decisioni politiche.
Sebbene le sue principali conclusioni non cambieranno, non sarà pubblicato ufficialmente fino a febbraio 2022, dopo la sua approvazione per consenso da parte dei 195 stati membri. Le scelte politiche che possono essere fatte subito, come la promozione di diete a base vegetale, possono limitare le conseguenze sulla salute, ma molte sono semplicemente inevitabili nel breve termine, dice il rapporto che mette in guardia sull'impatto a cascata della perdita simultanea di raccolti, sul calo del valore nutrizionale degli alimenti di base e sulle conseguenze economiche che peseranno sulle persone più vulnerabili del mondo. A seconda di come gli esseri umani riusciranno a gestire le emissioni di Co2 e l'aumento delle temperature, un bambino nato oggi potrebbe trovarsi di fronte a ulteriori minacce per la sua salute legate al clima prima di compiere 30 anni. In Asia e Africa, 10 milioni di bambini in più soffriranno di malnutrizione entro la metà del secolo, una nuova generazione crescerà con problemi di salute che dureranno tutta la vita nonostante il maggiore sviluppo socio-economico.
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