Ambiente

Dalla frittura a biodiesel, l'olio della Sagra del Pesce di Camogli trova nuova vita

Gli oltre 3.000 litri di olio utilizzati per la maxi frittura verranno per la prima volta trasformati dall’azienda in una risorsa riutilizzabile quale il biodiesel per autotrasporto. L’olio alimentare esausto, se disperso nell’ambiente, può causare gravi danni ambientali

10 maggio 2019 | C. S.

Quest’anno la celebre Sagra del Pesce a Camogli è sempre più green e sostenibile; gli oltre 3.000 litri di olio utilizzati per la maxi frittura verranno per la prima volta trasformati dall’azienda in una risorsa riutilizzabile quale il biodiesel per autotrasporto.

Tutto questo sarà possibile grazie a Eco.Energia, azienda fiorentina che, attraverso il progetto Olly®, si occupa di raccogliere e recuperare gli oli alimentari esausti di origine vegetale provenienti da utenze domestiche e commerciali, trasformando un rifiuto in un'importante risorsa e ottenendo così un significativo risparmio in termini economico-energetico.

Oggi, grazie al sistema Olly®, nel solo 2018 sono state raccolte da Ecoenergia circa 800 tonnellate di olio (+23% sul 2017) in Italia, grazie all’ampliamento del servizio e all’aggiudicazione di nuove gare.

Salgono infatti a oltre 80 i Comuni su tutto il territorio nazionale che ad oggi adottano il sistema Olly® con un incremento anche delle Regioni coinvolte.

In linea con la strategia di crescita aziendale, Eco.Energia, infatti, nel corso del 2018 ha ampliato il raggio d’azione del servizio Olly® a due nuove regioni italiane: la Campania e la Liguria appunto. Queste si vanno ad aggiungere alle altre che già utilizzano il sistema Olly® tra le quali spiccano la Toscana, il Trentino Alto Adige, l’Umbria e il Lazio.

Nello specifico in Liguria Olly® è oggi attivo nel Comune di Lavagna con l’obiettivo di allargare il servizio di raccolta dell’olio anche in altri territori liguri limitrofi nei prossimi mesi attraverso un sistema che prevede il recupero degli oli alimentari esausti conferiti tramite un bidoncino giallo all’interno di vari Punti di Raccolta, detti ‘casine’, dislocati sul territorio di numerosi Comuni italiani e a cui è possibile accedere tramite una card nominativa.

Questo processo rientra in un circuito virtuoso di economia circolare che, da un lato, punta alla salvaguardia dell'ambiente e dall'altro produce, da uno scarto apparentemente inutile, biocarburante di alta qualità.

L’olio alimentare esausto, se disperso nell’ambiente, può infatti causare gravi danni al sottosuolo, alle reti fognarie e alle falde acquifere, può rendere inutilizzabili i pozzi di acqua potabile e può compromettere l’esistenza della flora e della fauna marina.

Le circa 280.000 tonnellate di oli esausti da cucina prodotte ogni anno in Italia, di cui oltre il 50% da utenze domestiche, finiscono infatti ancora oggi in gran parte nel lavandino comportando un incremento dei costi di depurazione del sistema fognario a carico delle amministrazioni locali. Attraverso il suo recupero, invece, questo rifiuto può avere nuova vita nel biocarburante, con una riduzione del 70% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, nella cogenerazione, con lo sfruttamento dell’energia termica prodotta dal sistema, o nella produzione di bioasfalto.

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