Ambiente

Troppi fitofarmaci nei meleti europei

Due terzi dei campioni di suolo e acqua prelevati nei meleti europei contengono residui di pesticidi e il settanta per cento dei pesticidi identificati hanno livelli di tossicità molto elevati per gli esseri umani e per l’ambiente

17 giugno 2015 | C. S.

Un rapporto di Greenpeace presenta i risultati delle analisi di 85 campioni di acqua e suolo prelevati in dodici Paesi europei, tra cui l’Italia, ed esempi di pratiche agricole ecologiche per effettuare una produzione sostenibile senza contaminare il suolo e l'acqua.

Nel rapporto vengono presentati 36 campioni di acqua e 49 di suolo, raccolti durante i mesi di marzo e aprile 2015 in meleti a gestione convenzionale e analizzati per verificare la presenza di residui di pesticidi. I campioni rappresentano una “fotografia” della situazione all’inizio del periodo della fioritura. Su 85 campioni, sono stati rilevati 53 pesticidi differenti. Il 78 per cento dei campioni di suolo e il 72 per cento dei campioni di acqua contenevano residui di almeno un pesticida.

I pesticidi rilevati con più frequenza nel suolo sono il fungicida boscalid (nel 38 per cento dei campioni), con livelli di concentrazione che arrivano a 3,6 mg/kg; il DDT, in forma di DDE e DDD (nel 26 per cento dei campioni) fino a 0,4 mg/kg; il clorpirifos etile (nel 20 per cento dei campioni) fino a 0,26 mg/kg. Mentre i pesticidi trovati con più frequenza nell’acqua sono boscalid (nel 40 per cento dei campioni, fino a un livello di concentrazione di 23 μg/l) e clorantraniliprolo (nel 40 per cento dei campioni, fino a 2 μg/l). Tutti e quattro questi pesticidi hanno livelli di tossicità molto elevati.

Sette dei pesticidi trovati non sono attualmente approvati nell’Ue, ma possono essere utilizzati solo via eccezionali deroghe temporanee. La presenza di questi residui potrebbe essere il risultato di applicazioni pregresse, mentre in un caso potrebbe trattarsi di un fenomeno di degradazione.

Confrontando i risultati in base al Paese di provenienza dei campioni, il più alto numero di pesticidi nel suolo è stato riscontrato in Italia (18 pesticidi in totale su tre campioni raccolti), seguita dal Belgio (15 pesticidi su tre campioni) e dalla Francia (13 pesticidi su sei campioni). Per quanto riguarda l’acqua, i valori maggiori sono stati registrati in Polonia (13 pesticidi su tre campioni), Slovacchia (12 pesticidi su tre campioni) e, di nuovo, Italia (10 pesticidi su due campioni).

Due terzi dei campioni di suolo e acqua prelevati nei meleti europeicontengono residui di pesticidi e il settanta per cento dei pesticidi identificati hanno livelli di tossicità molto elevati per gli esseri umani e per l’ambiente. In un singolo campione di suolo raccolto in Italia sono state rilevate fino a tredici sostanze chimiche diverse, e dieci in un campione di acqua, un vero e proprio cocktail di pesticidi.

I pesticidi normalmente non si trovano nell’ambiente come singole sostanze isolate bensì come miscele. La presenza di miscele di pesticidi nei campioni è ben rappresentato in questo studio, che evidenzia fino a 13 pesticidi rilevati in un singolo campione di suolo e 12 in un singolo campione di acqua. Di conseguenza, sia gli habitat terrestri sia quelli acquatici potrebbero essere contaminati contemporaneamente da più sostanze o, più probabilmente, in seguito a successive applicazioni di pesticidi diversi nel corso di un breve periodo di tempo.

Una produzione di mele fatta con pratiche sostenibili, senza contaminare il suolo e le acque, è possibile. Metodi che aumentano la resilienza delle piante ai parassiti e alle malattie e favoriscono i nemici naturali dei parassiti. Non solo: esistono già soluzioni ecologiche adottate da migliaia di agricoltori in tutta Europa.

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