Ambiente
Foreste e verde urbano, 'ossigeno' vitale per vivibilità e servizi ecosistemici
24 marzo 2014 | C. S.
«La foresta è democrazia vera, perché solo attraverso l’utilizzo condiviso di un bene collettivo come il nostro patrimonio forestale c’è la sopravvivenza in natura». Ad affermarlo, nella giornata internazionale delle foreste è Graziano Martello, consigliere del CONAF, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali. Le foreste rappresentano circa il 30 per cento del territorio nazionale e rappresentano anche uno degli elementi di difesa per quanto riguarda l’aspetto ambientale. «La foresta – aggiunge Martello - proprio per la sua complessità e la dimensione temporale, che è molto elevata per i cicli naturali, rappresenta quindi un ambito che ha sempre impegnato l’uomo in una gestione in forma collettiva in cui l’interfaccia e lo strumento tecnico è rappresentato da professionisti agronomi e forestali».
«Il bosco in città è sicuramente un elemento positivo per migliorare la vivibilità delle aree urbane, assolvendo non solo alla sua funzione estetica, come spesso è stato, ma anche a quella ricreativa e di svago, di servizi ecosistemici ed incremento della biodiversità, di verde terapeutico e come contrasto ai cambiamenti climatici. D‘altro canto si tratta di un ecosistema inserito in un contesto innaturale che non è scevro da pericoli soprattutto se non è ben progettato e non è svolta un’accurata manutenzione” ha sottolineato Rosanna Zari, vicepresidente CONAF, nel suo intervento al convegno “In una selva oscura” organizzato dal Comune di Modena e dall’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Modena, - che si è tenuto la settimana scorsa al Museo Enzo Ferrari di Modena – e dedicato all’evoluzione e gestione sostenibile della foresta urbana.
Il caso della Città di Modena - A partire dagli anni ‘90 il Comune di Modena ha preso in carico estese aree a bosco che hanno raggiunto, oggi, una superficie complessiva pari a 4 milioni di metri quadri. Ciò ha causato, nel tempo, un forte aggravio degli oneri gestionali attualmente non più sostenibili a causa dei ridotti bilanci annuali. «Va quindi definita una strategia – ha detto il presidente dell’Ordine provinciale di Modena Pietro Capitani - , che dovrà prendere in esame soluzioni alternative all’ordinaria gestione sin qui attuata, che coinvolga anche soggetti terzi e che individui forme nuove rispondenti alla necessità di conservazione e di valorizzazione di questo ingente patrimonio naturalistico, rendendo così disponibili alla cittadinanza aree attualmente non fruibili». Si tratta di un’occasione per creare a Modena un arco verde di continuità ecologica tra i fiumi Secchia e Panaro, tra spazi verdi di città e ambienti naturali, attraverso i quali consentire ai cittadini di frequentare liberamente, conoscere e apprezzare il paesaggio del territorio intorno alla città.
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