Ambiente
Olly, un recupero intelligente degli oli alimentari esausti
Il progetto è nato tra Austria e Germania dove già conta più di 1800 comuni coinvolti. Ora sbarca anche in Italia a partire dalla Toscana
10 dicembre 2011 | Ernesto Vania
Che farne dell'olio alimentare, sia esso di semi o d'oliva, utilizzato per friggere?
Generalmente finisce negli scarichi domestici con aggravio dei costi per la manutenzione delle fognature e per la depurazione delle acque.
Una soluzione, in Germania e Austria, l'hanno già sperimetnata e funziona. Il progetto, che è diventato anche un marchio registrato, si chiama Olly e consiste nel recupero degli oli alimentari esausti per il loro successivo utilizzo come fonte energetica.
Nato nel Tirolo austriaco nel 1990 oggi vanta 1800 Comuni aderenti tra Germania e Austria, pari a un milione e mezzo di famiglie.
Oggi il sistema sbarca anche in Italia, più precisamente in Toscana nelle province di Firenze e Prato.
Unicoop Firenze sarà il referente della promozione del progetto, ospitando i punti di raccolta Olly presso i propri supermercati. Sono cinque quelli già coinvolti: Ponte a Greve, Prato, Borgo San Lorenzo, Barberino di Mugello e Bagno a Ripoli. All’esterno dei negozi ci sono i punti di raccolta dell’olio, le “casette Olly”, gialle e riconoscibili, che contengono il macchinario per la raccolta. Olly, infatti, è anche un secchiello giallo da tre chili da portare a casa come contenitore per gli oli domestici usati in cucina: l’olio d’oliva, l’olio da frittura ma anche gli oli di conserve, delle scatolette di tonno e grassi di origine animale come strutto, burro sciolto o lardo. Una volta riempito, il contenitore ben chiuso deve essere consegnato presso le “casette”: introducendo un gettone (riutilizzabile) consegnato insieme al secchiello, si apre una fessura in cui va depositato il contenitore pieno e dalla quale si può ritirarne un altro, vuoto, lavato e pronto all’uso.
La sperimentazione è già stata effettuata sempre nello stesso territorio e ha dato risultati incoraggianti. Nei due punti test (Parco a Prato e Ponte a Greve) vengono raccolti circa 90000 Kg di olio all'anno.
Ipotizzando, attraverso un più diffuso utilizzo di tale sistema di recupero, di arrivare a 2200 tonnellate/anno si potrebbe produrre circa 1 MWh di energia elettrica, pari al fabbisogno di 3000 famiglie, nonché 600 KWh termici, calore sufficiente per 500 famiglie.
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