Ambiente

Sviluppo rurale e territorio, ci vuole un approccio nuovo

Un convegno internazionale promosso da Inea ha messo in luce tre punti chiave: la diversità dei territori rurali, l'uso congiunto degli strumenti d’intervento, il problema della governance

13 novembre 2010 | C. S.

L’approccio territoriale alla politica rurale è il tema di un convegno internazionale promosso dall’Inea che si è svolto fra il 4 e il 5 novembre scorso al centro congressi Frentani.

All’organizzazione del convegno hanno partecipato insieme all’Inea, Territorios, Rimisp e l’Osservatorio delle Politiche Strutturali.
Il Dott. Francesco Mantino che ha aperto i lavori, nel ringraziare tutti i partecipanti ha rilevato l’importanza, oggi, di un confronto non solo con l’Europa ed i paesi europei, ma con altri paesi di altre aree e continenti.

Lo sviluppo rurale è un approfondimento di esperienze diverse su tre punti cardine: diversità dei territori rurali, uso congiunto degli strumenti d’intervento, messa al centro del nostro lavoro del problema della governance.

La presenza a questo incontro di ricercatori, studiosi, agenzie, amministratori può essere un utile momento per il nostro lavoro futuro.
Il prof. Alberto Manelli, direttore dell’Inea, che ha preso la parola subito dopo, ha messo, anzitutto, in evidenza l’impegno per la riforma della Pac che si è concretizzato in un ampio documento del Mipaaf realizzato con l’Inea, dove lo sviluppo rurale è un punto chiave della proposta.

Il prof. Manelli ha sottolineato come coesistano in Europa e fuori da essa, visioni diverse dello sviluppo rurale. In Europa ogni paese ha un’idea propria dello sviluppo rurale, che certo deriva dalla conoscenza del proprio territorio.

Il convegno Inea ci può far comprendere meglio le differenze per raggiungere obiettivi comuni, come pure opinioni, proposte e idee dei paesi dell’America Latina, dell’est europeo e altre esperienze ancora.

La crescita di un territorio, ha proseguito Il prof. Manelli, le sue difficoltà si riflettono e incidono sullo sviluppo e sulle possibilità di crescita anche di altri paesi e territori. L’interdipendenza delle economie globali è oggi assai forte e quindi conoscere per decidere, come oggi stiano facendo, è importante.

La dottoressa Daniela Storti, che ha presentato i lavori ha messo in evidenza come il territorio rurale non sia un luogo indifferenziato e come non sia un obiettivo nostro quello di rispondere con una definizione univoca alla definizione di “rurale”.

Territorio rurale non s’identifica con uno stereotipo marginale, ma come tema di percorsi di sviluppo, su modelli anche teorici di sviluppo e di diversità e con diversi riferimenti del territorio.

Occorrono una corretta visione della diversità, più informazione statistica delle aree rurali e una forte cooperazione internazionale e fra gli Enti. Insomma la ricerca, la ricerca teorica come guida alle analisi di campo e per la molteplicità delle attività.

Era presente al convegno e ha preso la parola il Presidente della Commissione agricoltura della camera dei deputati on. Paolo Russo, che fra le altre cose, ha opportunamente messo in evidenza come le difficoltà nella spesa regionale dei Psr possono creare non pochi problemi e quindi la necessità di ricercare le soluzioni affinché le somme finanziarie non impegnate possano essere destinate e utilizzate da altre Regioni che hanno capacità di spesa. Ciò, anche per evitare, che l’Italia perda somme consistenti d’investimento che altrimenti ritornano all’Unione europea.

L’attività del convegno si è svolta con grande attenzione attraverso gli interventi dei rappresentanti degli altri Paesi presenti, d’istituzioni internazionali e comunitarie, associazioni e organizzazioni del settore.




Fonte: Micaela Conterio

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