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Ocm vino. Dal 1 agosto si parte… con i primi ritardi su etichettatura e controlli

La verità, tutta la verità sulla prossima applicazione di un regolamento comunitario che ha fatto discutere. Niente deroghe, nessuna proroga, solo impaziente attesa e qualche anticipazione da parte di Giuseppe Martelli, presidente del Comitato vini del Mipaaf

18 luglio 2009 | T N

La seconda fase di applicazione dell’organizzazione comune di mercato del vino è alle porte.

Nel 2008 è stato dato l’avvio alle misure inerenti il mercato e la promozione. L’Italia ha già chiesto una revisione (link esterno), ad esempio invocando la distillazione di crisi.
Il pino viticolo nazionale sta insomma subendo una modifica in ragione dell’oggettiva crisi economica internazionale.

Più complessa la situazione sul fronte dell’etichettatura e dei controlli.

Dal 1 agosto 2009, infatti, tutte le Doc saranno assoggettate ai medesimi vincoli e legislazione valevole per le Dop.
Questo comporta un cambio radicale nella gestione dei controlli delle Doc che grazie all’”erga omnes” furono assegnati, tempo addietro ai Consorzi.
Oggi la sorveglianza sarà invece affidata all’ICQ (ex Repressione Frodi), o ad enti da questo autorizzati.
E qui nascono le prime sorprese.

“Il 30% della produzione nazionale a denominazione d’origine – ci dice Giuseppe Martelli, direttore Assonenologi e presidente del Comitato vini del Mipaaf – non ha mai presentato all’ICQ, come invece stabilito dalla legge, il proprio piano di controlli. In assenza di questo tassello diviene impossibile dare piena operatività all’ocm vino per questi Consorzi.”

Senza il piano dei controlli, infatti, nessun istituto di certificazione e controllo, anche accreditato dall’ICQ, può mettersi al lavoro.
Il 30% della produzione nazionale a denominazione d’origine rischia quindi la paralisi se non fosse che il Mipaaf, stando all’anticipazione di Martelli, starebbe pensando a una fase transitoria più lunga per questi Consorzi irregolari. Alcuni mesi, probabilmente da qui alla fine dell’anno, per presentare il proprio piano di controlli da affidare a ente autorizzato.
E i vini prodotti dalla prossima imminente vendemmia?

“I produttori, sempre che l’orientamento che Assoenologi ha fornito al Ministero venga ben accolto, come pare – continua Martelli – avranno la possibilità di autocertificare origine dell’uva, del vino e rispetto del disciplinare di produzione. L’autocertificazione sarebbe soggetta al controllo dell’Ispettorato. Alla vigilia della vendemmia questo espediente consentirebbe ai vitivinicoltori di certificare anche l’annata 2009, ma non di commercializzarla come DOC, non fino a quando il consorzio avrà adempiuto a tutti gli obblighi previsti dalla nuova organizzazione comune di mercato.”

Novità vi saranno anche sul fronte dell’etichettatura.

“In questo caso vedo meno motivi di preoccupazione per i produttori – ci dice Martelli – perché l’art 73 delle norme transitorie del regolamento della Comunità in via di pubblicazione consentirebbe la commercializzazione delle scorte fino al 31/12/2010.”

Più complessa invece la questione dei vini con indicazione del vitigno e dell’annata, opportunità offerta dalla nuova ocm. In questo caso occorrerà attendere un po’ di tempo, un mese o poco più, perché vengano varati i decreti ministeriali applicativi.
Nel frattempo, tuttavia, il Ministero potrebbe emettere una circolare illustrativa dove verrebbero indicati quali e quanti vitigni verrebbero esclusi da questa possibilità.

Alla vigilia della vendemmia i viticoltori dovranno quindi tenere saldi i nervi e ben desta l’attenzione in attesa di decreti che verranno promulgati proprio nel corso dei lavori di raccolta e vinificazione.
Buon lavoro!

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