Mondo Enoico

Il fattore "U". Per una visione antropocentrica del mondo del vino

Il successo del vino? Altro che vitigno, territorio o tecnica enologica. Questi elementi, pur fondamentali, da soli non bastano. Per fare la differenza ci vuole altro

02 maggio 2009 | Monica Sommacampagna

Vigneto in terra di Valpolicella

“La risorsa umana è l’elemento chiave per esaltare al meglio le potenzialità di quello che la natura ci ha dato e rendere unico e inimitabile un territorio, un vino. Ma all’esaltazione dell’identità oggi deve necessariamente sposarsi la credibilità”. Con queste parole il giornalista Fabio Piccoli ha introdotto lo scorso 23 aprile al Park Hotel Villa Quaranta a Ospedaletto di Pescantina, in provincia di Verona, il convegno “Il fattore “u”, organizzato nell’ambito della cinquantesima Festa dei vini classici della Valpolicella di Pedemonte e del cinquantasettesimo Palio del Recioto di Negrar.

Selezionate le testimonianze dal mondo produttivo che hanno avuto il pregio di sottolineare quanto l’uomo – e, in particolare, l’uomo sensibile alle esigenze di mercato, aperto all’innovazione ma coerente con un concetto di qualità radicato nelle sue convinzioni più profonde – faccia la differenza. Non c’è, infatti, vitigno, territorio o tecnica enologica che da sola basti a decretare il successo del vino.

Le testimonianze dal mondo vitivinicolo

Alessio Planeta, titolare dell’azienda siciliana Planeta, ha sottolineato l’importanza di un uomo-pioniere dalla verve trascinatrice. “Mio nonno ha cambiato le basi ampelografiche della regione Sicilia che anni fa era conosciuta per il Trebbiano – ha affermato. A questo si sposa un concetto di team in cui abbiamo sempre profondamente creduto e che ci ha permesso di raggiungere traguardi insperati”. Con circa 100 dipendenti e manodopera per la stragrande maggioranza locale, Planeta ha definito la sua azienda di famiglia una realtà “artigianale”. E ha aggiunto: “le aziende vitivinicole poggiano sì su viticoltura e marketing ma è il fattore umano che deve dare coerenza a una serie di importanti “anelli” strategici come la struttura delle vendite e la capacità di gestire i mercati”. Quanto alla recente congiuntura che sta influenzando negativamente anche il comparto vitivinicolo Planeta ha espresso un atteggiamento realista. “Ci sarà più spazio per chi in questi anni ha lavorato con grande sostanza”. E come plusvalore per competere con successo non ha citato il solo “fattore umano” ma soprattutto la capacità di aggregare il fattore umano.

Da Mario Pojer, enologo della trentina Pojer Sandri, è giunta quindi una testimonianza sulla capacità intuitiva e innovativa di perseguire convinzioni proprie, indipendentemente dalle mode del momento. “La chiave di tutto è non solo sapere come si fa un vino ma seguirne personalmente la realizzazione. E poi viaggiare, alimentare la propria curiosità con conoscenze nuove, in un processo di apprendimento continuo”.

L’enologo Roberto Cipresso ha puntato il dito contro il fatto che ormai la qualità da sola non basta. Sì a un concetto di qualità totale spalmata lungo tutti gli anelli della filiera produttiva, no a fermentazioni malolattiche spinte in ossequio di facili mode. “I vini devono di fatto assomigliare ai loro padroni e presentare caratteristiche coerenti a livello di comunicazione, a partire dall’etichetta”. A proposito di terroir, ha sottolineato come questo concetto da solo non basti: “il terroir deve essere interpretato anche con sfumature diverse da più produttori perché è questo che oggi fa la differenza”.

Luca Sartori, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, ha quindi concluso sottolineando le peculiari caratteristiche del modello Valpolicella: un territorio “popolato” da un migliaio di viticoltori che hanno contribuito, ciascuno per la propria parte e, nonostante l’individualismo, alla crescita e al successo dell’intera denominazione.

Potrebbero interessarti

Mondo Enoico

46,6 milioni di ettolitri di vino nelle cantine italiane

Nel solo Veneto è presente il 26,1% del vino nazionale. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,4% del totale delle giacenze di vini, prevalmentemente rossi, a indicazione geografica

17 giugno 2025 | 16:00

Mondo Enoico

Estati calde e inverni piovosi producono le migliori annate di vino

Il vino di qualità superiore è prodotto in anni con temperature più calde, precipitazioni invernali più elevate e stagioni di crescita più brevi, condizioni che i cambiamenti climatici dovrebbero rendere più frequenti

16 giugno 2025 | 14:00

Mondo Enoico

La logistica in cantina: il successo commerciale con efficace gestione delle scorte e dei canali di vendita

Grazie anche all’integrazione dell’intelligenza artificiale e del MotionMining, si possono ridurre i costi operativi fino al 20% e i trasporti del 15%, migliorando la soddisfazione del cliente e la competitività dell’azienda

05 giugno 2025 | 11:00

Mondo Enoico

Diminuisce lentamente la giacenza di vino italiano in cantina

Il 55,2% del vino detenuto è a denominazione di origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,6% del totale delle giacenze di vini a indicazione geografica

20 maggio 2025 | 11:00

Mondo Enoico

Il consumo mondiale di vino torna ai livelli del 1960

Il consumo globale di vino è stimato a 214 milioni di ettolitri. L'inflazione e la scarsa offerta continuano a mantenere i prezzi elevati rispetto agli anni pre-pandemia, quasi il 30% in più

15 maggio 2025 | 15:00

Mondo Enoico

Che cos’è la macerazione carbonica e che effetti ha sul vino, confrontata alla macerazione con azoto

Nella macerazione carbonica si può sostituire l’anidride carbonica con il gas azoto inerte, dando origine a effetti diversi sul vino in termini chimici e anche organolettici. Se la cantina dispone di un generatore di azoto per l’imbottigliamento, può essere utilizzato per il processo di macerazione.

10 maggio 2025 | 14:00