Mondo Enoico

I vini di qualità superano la metà della produzione nazionale

In aumento anche i consumi di vini Doc-Docg e Igt a cui corrisponde una riduzione di quella per il prodotto sfuso. Gran parte degli operatori della distribuzione prevede un incremento delle vendite intorno all’11%

15 marzo 2008 | Graziano Alderighi

Negli ultimi anni il mercato vinicolo si è orientato sempre di più sullo sviluppo di produzioni di qualità, a scapito del prodotto indifferenziato.
Un andamento confermato sia dalla dimensione strutturale, che dall’andamento della domanda.

Le denominazioni d’origine, infatti, nel 2005 ammontano a ben il 58% del totale con un aumento dell’1% su anno precedente.
A detenere la leadership delle Doc e Docg è il Nord Italia con circa il 42% delle denominazioni, seguito dal Centro e dal Sud, entrambe con un peso intorno al 23% e, in ultimo, dalle Isole con poco più del 13%.
Andando più nel dettaglio si può affermare che si evidenziano almeno quattro tipi di sistemi produttivi vinicoli differenti.
Si distingue così un primo gruppo di Regioni nelle quali il comparto vinicolo assume un peso rilevante, ma in cui l’incidenza della produzione Doc-Docg su quella totale è minore alla media nazionale. Si tratta di realtà in cui la quantità gioca un ruolo determinante rispetto alla qualità, come accade in Puglia e in Sicilia.
Un secondo gruppo rappresenta invece l’eccellenza e vi rientrano Abruzzo, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Trentino Alto Adige e Veneto. In queste Regioni il settore vitivinicolo ha un valore portante per l’economia agricola e le produzioni di qualità assumono un ruolo fondamentale. Nel terzo insieme di Regioni la produzione vincola di qualità ha una incidenza elevata, ma l’intero settore non ha una grossa rilevanza economica. In questo gruppo rientrano Lombardia, Val d’Aosta, Marche, Liguria, Molise e Lazio.
L’ultimo gruppo di Regioni comprende situazioni tra loro eterogenee, ma accomunate da una ridotta presenza di vini di qualità, da una scarsa produzione complessive e da un peso limitato della vitivinicoltura (è il caso di molte realtà del Sud Italia). In quest’ultimo gruppo rientra anche il caso della Sardegna, che però evidenza un situazione non del tutto marginale.

Alla produzione corrisponde anche una maggior domanda da parte dei consumatori a livello nazionale, sempre più richiesti i vini di qualità: nell’ultimo biennio, infatti, il peso in valore degli acquisti di vini a marchio di origine è passato dal 43% del 2004 al 46% del 2006.
Questo è dovuto a una buona conoscenza da parte dei consumatori dei vini Doc-Docg e Igt, anche in presenza di una scarsa consapevolezza e percezione delle differenti garanzie offerte dalle diverse denominazioni.
Alla crescita della domanda dei vini di qualità corrisponde anche una riduzione di quella per il prodotto sfuso, mentre risulta in aumento, anche se con volumi limitati, il segmento del vino biologico.

Dall’analisi dunque emergono buone prospettive per il futuro dei vini a marchio d’origine, confermate dal fatto che gran parte degli operatori della distribuzione prevede un incremento delle vendite nei prossimi 2-3 anni del mercato stimata mediamente intorno all’11%.

Fonte: Rapporto Ismea 2008 sugli aspetti strutturali del mercato dei Doc e Docg

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