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QUATTRO ETTARI PER VINEXPO 2007. SI PREANNUNCIAVA UN SUCCESSO MA NON SONO MANCATE LE SORPRESE: CONTESTAZIONI DA BUYERS E GIORNALISTI ANGLOFONI E MINACCE AL PRESIDENTE SARKOZY

Da un’indagine condotta a Bordeaux i giovani rischiano di allontanarsi dal vino, ma sono i prezzi ad aver suscitato molte polemiche e aspri confronti tra francesi e statunitensi e inglesi che accusano: aumenti ingiustificati. Nel mentre, però, il Comité régional d'action viticole minaccia: “alzate il prezzo del vino o il sangue scorrerà a fiumi"

23 giugno 2007 | Graziano Alderighi

Quattro ettari di padiglioni per quest’edizione di Vinexpo a Bordeaux.
Qui si riunisce tradizionalmente il mondo vitivinicolo che conta e per tale ragione anche quest’anno la fiera ha registrato il tutto esaurito tanto tra gli espositori quanto per gli operatori.
Un successo annunciato ma non sono mancate sorprese.
Se infatti è a Bordeaux che si studiano tendenze e prospettive di mercato, è altrettanto vero che è luogo di ritrovo e d’affari ideale per tutti gli addetti ai lavori.
All’appuntamento, che ha respiro internazionale, non sono mancate le rappresentanze estere, in stand individuali e collettivi (Italia, Spagna, Stati Uniti, Cile, Argentina, etc.).

"Un grande successo per l'Italia, vera protagonista alla quattoricesima edizione del Vinexpo di Bordeaux". Il presidente dell'Istituto per il commercio estero, Umberto Vattani, non ha dubbi su come stanno andando le cose in suolo francese dove l'enologia italiana è rappresentata da 250 imprese, delle quali 80 ospitate nello stand dell'Ice. A confermare il successo, come tiene a sottolineare l'ambasciatore Vattani, è stato l'afflusso ai 16 incontri organizzati dall'Ice nell'ambito del Vinexpo. "E' stato sempre il tutto esaurito - spiega il presidente dell'Ice - e soltanto l'Italia è riuscita a organizzare così tanti appuntamenti e a stimolare tanto interesse". A fare da richiamo sono stati certamente i temi scelti per gli incontri. "Abbiamo puntato, ad esempio, sulle produzioni spesso non considerate, o considerate minori - spiega Vattani - soprattutto quelle realizzate da viticoltori eroici, che operano in condizioni estreme in montagna, così come nelle piccole isole". E allora a Bordeaux è stato possibile scoprire la qualità dei vini della Val d'Aosta, dell'Alto Adige, della Valtellina e di alcune zone montane e remote Sicilia, o delle piccole isole come Pantelleria, Lipari, Salina ed Elba. Tutti casi che hanno portato alla ribalta preziosi vini di nicchia.

Se l’Italia esulta i francesi sono maggiormente preoccupati, anche perché fortemente contestati da buyers e giornalisti anglofoni.
Gli addetti ai lavori di Stati Uniti e Gran Bretagna hanno accusato i francesi di aver alzato troppo i prezzi (+60% dal 2004), a fronte di impari incremento della qualità dei vini offerti.
Un’accusa dura da digerire per i viticoltori francesi che però sono stati spalleggiati dai loro negociants.
Durante gli aspri confronti, anche a mezzo stampa, che si sono susseguiti nei giorni di fiera, i francesi hanno infatti risposto per le rime agli addetti ai lavori annglofini, se abbracciate il libero mercato – è stato detto – ne dovete anche subire le conseguenze, se il mercato è qui dovete anche accettare che ci siano aumenti dei prezzi.

Ma proprio lo scontro sul fronte prezzi si è fatto più duro dopo le minacce del Comité régional d'action viticole (Crav), che è arrivato a puntare l’indice contro il neopresidente francese.
Sette viticoltori incappucciati del Crav, in un video diffuso dalla Bbc, si sono rivolti direttamente a Nicolas Sarkozy con un ultimatum: "Se non supporterà gli interessi dell'industria del vino - dicono nel comunicato - allora sarà considerato direttamente responsabile di quello che accadrà. Siamo giunti a un punto di non ritorno. Alzate il prezzo del vino o il sangue scorrerà a fiumi.”
Nei giorni precedenti al proclama ci sono stati piccoli attentati esplosivi contro alcuni supermercati tra le città di Narbonne e Nimes nella zona meridionale del Paese. I centri commerciali sarebbero stati presi di mira da militanti della Crav perché ritenuti colpevoli di vendere vini stranieri. Tra le ragioni della protesta anche la riforma del settore vitivinicolo, voluta dall'Unione Europea, che prevede di estirpare circa 200 mila ettari di vigneti d'Oltralpe. Da Bruxelles infatti fanno notare che la regione della Linguadoca produce più vino di quanto possa vendere in un mercato globale. I produttori chiedono quindi di essere pagati di più.

Ma non è solo la minaccia terroristica ad impensierire il mondo del vino.
Secondo un’inchiesta sulle tendenze del “Bere Giovane”, svolta da Vinexpo, se il settore non presta attenzione si troverà con un calo del consumo del vino da parte dei giovani tra i 20/25 anni. L’indagine svolta su 100 bevitori occasionali, nelle capitali di Londra, Parigi, New York, Bruxelles e Tokyo, sottolinea che i giovani mostrano curiosità verso il vino, ma allo stesso tempo sono confusi dalle troppe scelte di mercato, gli stili diversi, le etichette difficili da capire e dall’immagine “snob” del vino.

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