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Chianti e Brunello di Montalcino ridurranno la resa massima di uva

Chianti e Brunello di Montalcino ridurranno la resa massima di uva

Il Consorzio Vino Chianti ridurrà del 15% le rese ad ettaro per mantenere in equilibrio la produzione e il mercato. Il Brunello invece lascerà invariata la quantità massima di uva per il primo ettaro di vigneto e oltre il primo ettaro ridurrà da 80 a 70 q/ha

21 luglio 2021 | C. S.

Il consorzio Vino Chianti e il Consorzio Brunello di Montalcino ridurranno la resa di uva destinata alla produzione di vino per quest’anno.
La giunta regionale la accolto la loro richiesta, e su proposta della vicepresidente Stefania Saccardi, sono state approvate le delibere che disciplinano la produzione della vendemmia 2021 dei due Consorzi.

In particolare, il Consorzio Vino Chianti ridurrà del 15% le rese ad ettaro e a ceppo dell’uva destinata a diventare vino a DOCG Chianti, anche con riferimento alle cosiddette  “Sottozone” e alla menzione “Superiore”.

Il Brunello invece lascerà invariata la quantità massima di uva rivendicabile come vino a DOCG Brunello di Montalcino per il primo ettaro di vigneto e oltre il primo ettaro ridurrà da 80 a 70 q/ha. Riguardo al Consrozio del Brunello i viticoltori potranno realizzare la riduzione della resa non solo in campo, ma anche mediante il cosiddetto “declassamento” di un corrispondente quantitativo di vino classificato come vino pronto a divenire DOCG Brunello di Montalcino, prodotto nelle tre annate precedenti e giacente in azienda.

“Dopo esserci confrontati con la filiera vitivinicola regionale – ha detto la vicepresidente Saccardi -  non vi è dubbio che per entrambe le denominazioni, da anni impegnate nella costante ricerca di un equilibrio di mercato e di un buon livello di remunerazione dei prezzi, anche per la vendemmia di quest'anno occorre contenere la resa produttiva dei vini in questione. L’obiettivo: stabilizzarne il mercato attraverso un riequilibrio fra domanda e offerta in un momento storico particolare, con conseguente consolidamento dei prezzi. La situazione sanitaria determinata dalla pandemia da Covid-19, anche nel corso del 2021, ha provocato pesanti ripercussioni anche sul mercato del vino. Per questo – prosegue l'Assessore Saccardi – per tutelare e venire incontro ai nostri produttori abbiamo deciso di mettere in atto ogni meccanismo possibile che consenta di disciplinare la produzione dei vini di qualità, per superare al meglio e quanto prima questa fase. Con questi provvedimenti la Regione intende dare continuità alle azioni intraprese ormai da tanti anni da entrambi i Consorzi, a beneficio di tutti i componenti della filiera”.

“Dopo la gelata del maggio scorso le piante hanno reagito bene, quindi avremo una buona produzione. Non sarà un'annata eccezionale da un punto di vista quantitativo, ma il danno è minore di quello che pensavamo quindi possiamo tirare un piccolo sospiro di sollievo”. Così Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti fa il punto sulle previsioni per la vendemmia 2021 su cui pesano i danni registrati dopo la gelata dei mesi scorsi. “La produzione sarà più scarsa del trend normale - aggiunge Busi - ma rispetto alla prima stima che vedeva una riduzione media del 30-40%, ora prevediamo un -15%”.

Un'altra notizia positiva per il vino Chianti arriva sul fronte delle vendite che nel mese di giugno hanno registrato una crescita del 15% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Per tenere in equilibrio domanda e offerta, l'ultima assemblea del Consorzio Vino Chianti, che si è svolta a giugno, aveva deciso la riduzione delle rese per la prossima vendemmia. La decisione ora è stata approvata  dalla Regione Toscana con una delibera nell'ultima seduta di Giunta.

“Per la vendemmia 2021 abbiamo deciso una riduzione delle rese del 15% per mantenere in equilibrio la produzione e il mercato - spiega Busi -. Per fortuna il mercato sta riprendendo e il prodotto in magazzino c'è, quindi con questa decisione garantiamo un ritorno economico maggiore per la fase della produzione. 

Nell'ultimo mese, infatti, abbiamo registrato un aumento dei prezzi per la produzione del 15-20%, quindi siamo sulla strada giusta. “La riduzione delle rese - precisa infine Busi - non è stata fatta perché non c'è mercato per il Chianti, tutt'altro, ma per mantenerlo in equilibrio ai prezzi attuali, senza creare sbalzi eccessivi. L'obiettivo finale adesso è quello di consolidare la crescita al fine di garantire alla fase della produzione una marginalità che prima non c’era”.

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