Mondo Enoico

I VINI DEL SUD ITALIA, SICILIANI IN PARTICOLARE, PIACCIONO ALLA RISTORAZIONE ITALIANA CHE NON DIMENTICA COMUNQUE LA VITICOLTURA FRANCESE

Tra più di mille ristoratori interpellati quasi il 60% ha indicato il meridione come realtà emergente nel prossimo futuro. La promozione dei vini di qualità avviene prevalentemente attraverso degustazioni, serate a tema e corsi eno-gastronomici garantendo il servizio del sommelier al tavolo

20 maggio 2006 | Graziano Alderighi

La ristorazione italiana rappresenta per il comparto vitivinicolo un canale distributivo di primaria importanza, se non per valore e volumi di vendita, sicuramente per la sua valenza.
Sono stati i ristoratori e i sommelier a far apprezzare il vino di qualità, a promuoverlo, a farlo diventare grande.
Dalla brocca alla bottiglia il salto è stato epocale.
Ecco perché il rapporto tra ristoratori e viticoltori è ancora così stretto, ecco perché vi è sempre molta attenzione quando si parla di vino e ristoranti.

Una recente ricerca di Veronafiere e Confcommercio ha svelato come si è evoluto, negli ultimi anni, questo rapporto.
Mille ristoranti di classe medio alta sono stati interpellati e non mancano le sorprese.

Ecco quanto non ti aspetti.
Più del 20% degli interpellati serve ancora il vino della casa. Attaccamento al passato, austerity o c’è dell’altro?

Resta inoltre molto alta ancora l’incidenza del vino sul conto. Fino al 30% per il 33,8% dei ristoranti interpellati, fino al 20% per il 31,8%.

Si conferma ampia e vasta la scelta di etichette. Cantine ben assortite:
- oltre 100 etichette di vini rossi nel 56% dei ristoranti
- oltre 100 etichette di vini bianchi nel 36% dei casi
- tra 10 e 25 etichette di spumanti nel 27.8% dei ristoranti
- tra 1 e 10 etichette di vini dolci nel 36,6% dei casi

Quali sono i vini emergenti che caratterizzeranno il settore nel prossimo periodo?
Il 55,7% degli intervistati ha risposto i vini del Sud Italia e, tra questi, il 40,1% ha indicato i vini siciliani. Seguono il 15,1% che ha indicato i vini del Centro Italia, il 12,9% i vini esteri, l’11,7% i vini autoctoni, il 7,4% i vini italiani del Nord Ovest ed il 4,6% del Nord Est.

I ristoratori vogliono inoltre valorizzare i vini locali dando ad essi spazi specifici nella carta dei vini (37,2%), proponendoli nei consigli al tavolo (26,6%) e dando maggior peso a questi nella carta dei vini (25,8%).

Nei ristoranti di alta gamma non manca tuttavia la viticoltura internazionale. A farla da padrone, in questo caso, è la Francia, presenti nell’85% dei ristoranti, seguiti dai californiani (54.5%), dagli spagnoli (50%), dagli australiani (46%) e i cileni (46%).

La promozione dei servizi di qualità è effettuata tramite degustazioni (90%), serate a tema (88%), corsi eno-gastronomici (29%).

Sempre più aperti ed evoluti i ristoratori che nel 78% offrono il vino anche al bicchiere, mentre in praticamente tutti i casi è inclusa la possibilità di portar via dal ristorante la bottiglia non terminata (doggy bag).
Poco apprezzato fino a qualche anno fa, ma ormai accettato nel 60% dei casi, la possibilità di poter portare da casa una bottiglia di pregio pagando una modesta somma, denominata diritto di tappo.

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