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CONCLUSO L’ACCORDO SUL VINO TRA L’UE E GLI STATI UNITI: PIÙ FACILE D’ORA IN POI IL COMMERCIO

Agli europei il riconoscimento delle denominazioni d’origine, agli statunitensi la possibilità di esportare vini ottenuti con pratiche enologiche non autorizzate in Europa. Un primo passo che può segnare un ulteriore aumento delle vendite

11 marzo 2006 | Graziano Alderighi

L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno firmato a Londra un accordo bilaterale sul vino che porterà grandi benefici ai produttori europei.
Le esportazioni annue di vino comunitario negli Stati Uniti rappresentano una cifra di oltre due miliardi di euro, ossia il 40% del valore delle esportazioni complessive dell’Unione.
Nei prossimi 90 giorni gli Stati Uniti e l’Unione europea avvieranno una seconda fase di negoziati per il raggiungimento di un secondo accordo ancora più ambizioso.
“Sono compiaciuta che l’accordo possa infine entrare in vigore e levo il bicchiere congratulandomi con i negoziatori per il successo ottenuto - ha dichiarato Mariann Fischer Boel, Commissario all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale - L’accordo odierno faciliterà l’accesso dei vini europei al remunerativo mercato statunitense, dove i consumatori apprezzano grandemente la qualità dei nostri vini e la lunga tradizione della nostra produzione viticola. Nelle attuali condizioni di mercato sempre più competitive è indispensabile rimuovere le barriere inutili e onerose per i nostri produttori di vino.”.

Gli elementi principali dell’accordo sono i seguenti:
- attualmente, negli Stati Uniti alcune denominazioni di vini europei, come ad esempio Porto, Sherry e Champagne, sono considerate semigeneriche. In virtù dell’accordo, il loro uso sarà limitato negli Stati Uniti, i quali si adopereranno per modificare lo status giuridico di tali denominazioni e riservarne l'uso sul mercato statunitense ai soli vini originari della Comunità;
- sono accettate le pratiche enologiche esistenti negli Stati Uniti e non coperte da deroghe comunitarie, ma gli Usa potranno esportare i vini ottenuti in base a tali pratiche solo dopo aver modificato lo status giuridico dei nomi semigenerici. Le nuove pratiche enologiche degli Stati Uniti saranno valutate e accettate nell’Unione europea soltanto se non saranno sollevate obiezioni. Non si tratta di un riconoscimento reciproco;
- i vini comunitari saranno esentati anche dalle prescrizioni statunitensi in materia di certificazione del 2004;
- gli Stati Uniti e l’UE hanno convenuto di adoperarsi per risolvere eventuali contenziosi bilaterali attraverso consultazioni bilaterali informali anziché facendo ricorso a meccanismi formali di composizione delle controversie.

"L'importante accordo con gli Stati Uniti, - afferma Coldiretti - dove il Made in Italy è leader nelle esportazioni, non deve tradursi in un via libera indiscriminato a pratiche enologiche controverse in cambio di insufficienti concessioni nella tutela delle denominazioni di origine dalle imitazioni che devono invece trovare una più completa protezione nell'ambito del Wto"

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