Mondo Enoico

A CONFRONTO LE PRATICHE ENOLOGICHE AMMESSE DALLA UE, DAGLI USA E DALL’OIV

Le attività di cantina sono regolamentate in quasi tutti i Paesi produttori di vino. Vi sono però anche profonde differenze fra le varie legislazioni. L’Oiv, nel tentativo di armonizzare tali norme, ha diffuso l’inventario delle prassi enologiche

25 febbraio 2006 | Graziano Alderighi

L’Unione europea si è data un proprio sistema di norme per quanto concerne le pratiche enologiche, così hanno fatto anche gli Usa e altre Nazioni produttrici di vino.
Non esiste quindi, a livello globale, un sistema di norme univoco per quanto riguarda le attività di cantina e ciò che è considerato lecito in un Paese può essere considerato illecito o dannoso in un altro.

Nonostante l’Oiv (Organizzazione internazionale della vite e del vino) si batte da anni per una effettiva e sostanziale armonizzazione legislativa, l’obiettivo è di là da venire. Nonostante questo l’Oiv dispone di un comitato scientifico che ha elaborato, e continua ad aggiornare, delle indicazioni di regolamentazione relativamente alle prassi enologiche. Tale documento dovrebbe divenire uno strumento di indirizzo per le norme nazionali.

Fino a quando non sussisteranno le condizioni di obiettiva uniformità legislativa, l’Oiv pubblica, a cadenza regolare, un inventario delle prassi enologiche (che vi proponiamo in allegato) per facilitare il riconoscimento reciproco, da parte degli Stati produttori, per quanto riguarda le pratiche di cantina.
Quest'aggiornamento tiene conto delle recenti modifiche e di alcune specificità delle varie regolamentazioni.

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