Mondo Enoico
I vini biologici e biodinamici sono realmente diversi da quelli convenzionali?
La scienza non è concorde poiché l'influenza dell'annata, anche a causa dei cambiamenti climatici, è molto importante. I livelli di ocratossina A e ammine biogene non dipendono dal tipo di regime agricolo ma effetti si possono avere sull'acidità e su alcuni fenoli
03 ottobre 2014 | Graziano Alderighi
L'uso del rame in viticoltura è stato più volte messo sotto accusa per la sua presunta tossicità nei confronti dell'ambiente e dell'uomo. In quest'annata straordinaria, in cui i trattamenti si sono dovuti susseguire a ritmo continuo il timore di bere vini con contenuti di rame elevati, ancorchè nei limiti di legge, e soprattutto di aver inquinato fortemente il suolo è elevata.
In base a uno studio italiano effettuato il Puglia su Chardonnay, Primitivo, Uva di Troia e Negroamaro, quando sono stati utilizzati 7,4 kg di rame ad ettaro i residui sull'uva si sono sempre mantenuti sotto i livelli massimi consentiti (LMRS). Anche la vite non sembra averne sofferto, senza segni di fitotossicità sulle foglie. A mewro scopo indicativo, il contenuto di rame nel vino bianco (Chardonnay) è stato maggiore rispetto a quello rosso (Primitivo, Uva di Troia e Negroamaro).
Ma cosa può accadere in regime biologico o biodinamico, in cui la pianta è soggetta a un maggiore stress dovuto ai patogeni? La preoccupazione è che vi sia un maggiore contenuto di sostanze non desiderate, come le ammine biogene, che si accompagna con a un maggiore tenore di fenoli e antociani.
Uno studio effettuato in Emilia Romagna ha misurato i livelli di questi composti su Pignoletto (uva a bacca bianca) e Sangiovese (uva a bacca rossa), rilevando come le diverse pratiche enologiche e di campo (convenzionale, biologico e biodinamico) non facciano emergere nessuna differenza significativa fra le tesi.
Al contrario del rame, la quantità di ammine biogene è generalmente superiore nelle uve rosse ma, al contrario, le ammine biogene (istamina, tiramina e putrescina) sono più abbondanti nei vini bianchi.
Ma vi è una differenza rilevabile tra i vini biologici e quelli biodinamici? Una sperimentazione condotta su Sangiovese in due diverse annate (2009 e 2010) indicherebbe che i vini biodinamici avrebbero più bassi tenori alcolici, intensità di colore, polifenoli totali, antociani e catechina rispetto ai biologici. I vini bio inizialmente hanno mostrato un profilo aromatico più complesso. Tuttavia, le differenze erano quasi indistinguibili durante il secondo anno di prove.
Solo a livello chimico i vini erano distinguibili poiché sono styate rilevate differenze significative, dopo analisi statistica nei due anni, per acidità totale, acidità volatile, cianidina-3-glucoside, catechina, quercetina e trans-resveratrolo.
Bibliografia
Maria Rosaria Provenzano, Hamid El Bilali, Vito Simeone, Nuray Baser, Donato Mondelli, Gianluigi Cesari, Copper contents in grapes and wines from a Mediterranean organic vineyard, Food Chemistry, Volume 122, Issue 4, 15 October 2010, Pages 1338-1343, ISSN 0308-814
Annalisa Tassoni, Nunzio Tango, Maura Ferri, Comparison of biogenic amine and polyphenol profiles of grape berries and wines obtained following conventional, organic and biodynamic agricultural and oenological practices, Food Chemistry, Volume 139, Issues 1–4, 15 August 2013, Pages 405-413, ISSN 0308-8146
Giuseppina Paola Parpinello, Adamo Domenico Rombolà, Marco Simoni, Andrea Versari, Chemical and sensory characterisation of Sangiovese red wines: Comparison between biodynamic and organic management, Food Chemistry, Volume 167, 15 January 2015, Pages 145-152, ISSN 0308-8146
Potrebbero interessarti
Mondo Enoico
La logistica in cantina: il successo commerciale con efficace gestione delle scorte e dei canali di vendita

Grazie anche all’integrazione dell’intelligenza artificiale e del MotionMining, si possono ridurre i costi operativi fino al 20% e i trasporti del 15%, migliorando la soddisfazione del cliente e la competitività dell’azienda
05 giugno 2025 | 11:00
Mondo Enoico
Diminuisce lentamente la giacenza di vino italiano in cantina

Il 55,2% del vino detenuto è a denominazione di origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,6% del totale delle giacenze di vini a indicazione geografica
20 maggio 2025 | 11:00
Mondo Enoico
Il consumo mondiale di vino torna ai livelli del 1960

Il consumo globale di vino è stimato a 214 milioni di ettolitri. L'inflazione e la scarsa offerta continuano a mantenere i prezzi elevati rispetto agli anni pre-pandemia, quasi il 30% in più
15 maggio 2025 | 15:00
Mondo Enoico
Che cos’è la macerazione carbonica e che effetti ha sul vino, confrontata alla macerazione con azoto

Nella macerazione carbonica si può sostituire l’anidride carbonica con il gas azoto inerte, dando origine a effetti diversi sul vino in termini chimici e anche organolettici. Se la cantina dispone di un generatore di azoto per l’imbottigliamento, può essere utilizzato per il processo di macerazione.
10 maggio 2025 | 14:00
Mondo Enoico
Affinare i vini toscani in botti di legno di castagno

Il legno di castagno interagisce con le caratteristiche del vino in modo diverso rispetto a quanto avviene con il legno di rovere, migliorando la stabilità del colore nei vini rossi, che risultano allo stesso tempo anche più intensi
06 maggio 2025 | 09:00
Mondo Enoico
Giacenza di vino italiano stabile rispetto allo scorso anno

Il 55,0% del vino detenuto è a denominazione d'origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Al 31 marzo 2025 negli stabilimenti enologici italiani sono presenti 52,8 milioni di ettolitri di vino e 4 milioni di ettolitri di mosti
17 aprile 2025 | 14:00