Mondo Enoico

Il vino cerca nuove strade per stupire e fare notizia ma soprattutto conquistare i giovani

I francesi copiano gli italiani e lanciano il vino in lattina. Un esperimento tentato dal Lambrusco e dal Prosecco qualche anno fa ma senza successo. Il packaging assume però un'importanza sempre più decisiva nelle scelte d'acquisto. Tra sostenibilità, praticità e tradizione si gioca il futuro del settore

15 giugno 2013 | Graziano Alderighi

Chi beve vino oggi? Chi lo berrà domani?

Due domande che, in uno scenario di crisi economica, fanno pensare vitivinicoltori e commercianti alla ricerca di un'idea e una proposta che possa far alzare i consumi.

Non esiste una risposta univoca alla domanda. I profili dei consumatori di vino sono diversi. Si va dall'appassionato al semplice bevitore. Età, educazione, origine e sensibilità possono cambiare l'approccio al vino. Se in Italia è un elemento della dieta quotidiana, col vino si pasteggia, non è così dappertutto, ad esempio negli Usa.

Una ricerca dell’American Association of Wine Economist (AAWE) ha chiarito come i giovani statunitensi scelgano soprattutto sulla base della confezione. Il packaging è al primo posto nella motivazione all'acquisto con il 73% di peso nella decisione, con il 37% sullo stile dell’etichetta e il 25% sul colore della bottiglia. Essendo inoltre i giovani ad acquistare prodotti di minor qualità cercando di contenere i costi, sono proprio le aziende che producono vini di fascia media che dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla cura del packaging piuttosto che su un prodotto di grande qualità. Insomma, conclude la ricerca, sullo scaffale del supermercato sembra essere proprio il packaging a fare la differenza.

Partendo da questi dati un commerciante parigino, Cédric Segal, ha scommesso sul vino in lattina. Il vino esattamente come una comune bibita, una Coca Cola. Le lattine contengono quindi il classico "quartino", 187 millilitri, e sono vendute a 3-3,50 euro.

Segal non sa, o forse sa troppo bene, che anche in Italia fu tentata tale operazione, con Lambrusco e con il Prosecco, ma senza successo, complice una cultura di prodotto troppo radicata e ostile a novità così traumatiche.

Al di là delle provocazioni, il tema del packaging è sentito oggi più che mai. C’è chi propone l’utilizzo di bottiglie di vetro più leggere e chi spinge per la diffusione delle bag in box o chi resta ancorato alle damigiane riutilizzabili. Poi c’è chi si presenta sul mercato con l’idea di un distributore automatico per il vino.

L'offerta è estremamente variegata, secondo diverse spinte, impulsi e tendenze.

Contenimento dei costi ma design curato e personalizzato, praticità nelle spedizioni e sostenibilità della confezione.

Non è affatto vero che la sostenibilità richieda sacrifici nel design. Richiede però molta attenzione sui materiali e non solo. Varie le variabili che devono essere prese in considerazione e valorizzate nel caso di un packaging ecosostenibile, a partire dai materiali, ma anche la possibilità di ridurre lo spreco di spazio durante la fase di trasporto, la riduzione degli scarti durante la produzione, l'impiego di inchiostri o elementi naturali, il limitato utilizzo di colle a favore delle fustellature.

Sostenibilità è però anche pensare a un futuro diverso per il packaging del vino. Il cartone si può riciclare ma una confezione in legno o altro materiale può persino diventare un elemento di design per la casa. Anche questa è sostenibilità.

Sono molte le aziende vinicole che abbracciano già la causa della sostenibilità ambientale alla ricerca di un rapporto con l'ambiente sempre più sano.

Non bisogna tuttavia dimenticare aspetti tecnici e tecnologici, oltre alla praticità, elementi questi che hanno permesso il successo, specie oltreoceano, dei tappi a vite e in vetro.

Packaging, insomma, non è solo una bella etichetta. E' molto di più.

La sfida per le aziende con prodotti di eccellenza agroalimentare è di cogliere gli aspetti più emozionali dei loro prodotti e rappresentarli e trasmetterli attraverso confezioni nuove, originali, creative. Oggi, però, il peso della tradizione è ancora troppo forte e difficile da comprendere ed accettare nell'ambito del vino di alta qualità.

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